MANTOVA – Il percorso inizia già a sprigionare il suo fascino salendo gli oltre 170 scalini della scala settecentesca che porta al tamburo della cupola della basilica di Sant’Andrea.
UNO SPETTACOLO DENTRO A UNO SPETTACOLO
Ma è solo una volta giunti a destinazione, uscendo sul ballatoio esterno, che si ha la sensazione di essere immersi in uno spettacolo che racchiude un altro spettacolo: quello della magnificenza della cupola realizzata da Filippo Juvara e quello del centro storico di Mantova visto dall’alto. Accompagnati dal Vicario generale delle diocesi di Mantova don Alberto Formigoni e dal Rettore della basilica don Stefano Savoia siamo saliti la sera quando probabilmente questo fascino è al suo apice. Ma è all’interno del tamburo che si raggiunge il punto massimo dell’esperienza, circondati dagli affreschi dell’Anselmi, in cui il Paradiso prende vita e Mantova, con le sue torri, è custodita da San Longino sotto la protezione divina della Trinità. Uno spettacolo davvero da togliere il fiato che a breve sarà accessibile a tutti. Il 19 dicembre è infatti prevista l’inaugurazione del percorso della salita.
I LAVORI REALIZZATI
E’ don Savoia a spiegare che “sono stati realizzati lavori di sistemazione della scala a chiocciola, abbiamo posato un assito ligneo che consente ai visitatori di camminare senza problemi all’interno dell’anello, sono state innalzate le balaustre e realizzato un sistema di illuminazione che consentirà anche di fare il percorso in notturna. Gli interventi sono stati finanziati dal Ministero della Cultura e da altri Enti che ringraziamo: siamo dentro il grande finanziamento di Fondazione Cariplo degli Emblematici maggiori”.
A che altezza siamo? “Siamo a 45 metri alla base del tamburo. La cupola è alta 80 metri ma vi assicuro che lo spettacolo è grandioso” sottolinea il Rettore della basilica.
Uno spettacolo grandioso sia verso l’esterno che verso l’interno. “Certo, da questa altezza si riesce a percepire chiaramente la monumentalità della basilica. Quando si entra si comprende che è grande ma è talmente equilibrata e proporzionata che ci si trova a proprio agio. Da quassù ci si rende conto invece davvero che è un edificio fuori scala rispetto al contesto urbano: da qui si vedono le cappelle, si vedono le persone al di sotto che sembrano delle formiche” continua don Savoia.
UN PROGETTO CHE INTRECCIA STORIA, FEDE E BELLEZZA
Il progetto, che è stato realizzato dall’architetto Monica Nascig, ha visto il coordinamento dell’architetto Alessandro Campera, direttore dell’Ufficio Tecnico della Diocesi mentre l’architetto Daniela Lattanzi del Segretariato regionale per la Lombardia è stata il Responsabile Unico del Procedimento. Ora mancano ancora pochi dettagli come chi sarà il gestore della biglietteria per l’accesso alla cupola. Poi questo spettacolo diventerà patrimonio condiviso, un dono straordinario che la diocesi fa alla città e ai suoi visitatori. Un’occasione per scoprire non solo l’arte e l’architettura, ma anche il senso profondo di un progetto che intreccia storia, fede e bellezza in una connessione unica tra cielo e terra. Un’esperienza da vivere e custodire, come il più prezioso dei vasi.
Tutti i dettagli nel video servizio con le immagini della salita alla cupola e l’intervista a don Stefano Savoia