Greco: “Dalla qualità dello sperma identikit decisivo per i programmi di fecondazione assistita’

(Adnkronos) – “La qualità dello sperma è un indicatore decisivo nei programmi di procreazione medicalmente assistita”. Così Ermanno Greco, presidente della Società italiana della riproduzione (Sidr), commenta la ricerca realizzata dalla University Hospital-Rigshospitalet di Copenaghen su quasi 80mila uomini seguiti per 50 anni, e pubblicata sulla rivista ‘Human Reproduction’. Uno studio che, sottolinea lo specialista, “conferma una correlazione diretta tra la qualità dello sperma, la longevità e l’infertilità maschile, aprendo nuovi scenari di interventi. La valutazione qualitativa del seme può rivelare altri elementi sottostanti che possono influenzare sia la fertilità sia la salute generale, aiutando a stabilire un quadro clinico più definito della persona che si sottopone all’esame. Questa valutazione è decisiva, ad esempio, nei programmi di procreazione medicalmente assistita, dove nuove tecniche di selezione degli spermatozoi possono aumentare la percentuale di successo”.  

Secondo lo studio, l’infertilità maschile e la qualità dello sperma sono associate a una maggiore incidenza di alcune malattie e a un’aspettativa di vita più breve. E’ emerso che gli uomini con oltre 120 milioni di spermatozoi con buona capacità di muoversi hanno anche un’aspettativa di vita maggiore di quasi 3 anni rispetto agli uomini con un numero totale di spermatozoi mobili compreso tra 0 e 5 milioni.  

“Un maschio infertile – spiega il presidente della Sidr – non presenta solo spermatozoi quantitativamente anormali, ma soprattutto qualitativamente e spesso si dimentica che l’infertilità maschile costituisce almeno il 50% delle infertilità che approcciano un programma Pma. In questo caso, le nuove tecniche di selezione attraverso i microfluidi possono costituire un mezzo valido per assicurare maggiore sicurezza e successo nei programmi di fecondazione assistita”. 

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