Medaglia d’onore ai prigionieri dei gulag sovietici. Cortesi: “la memoria è un dovere”

MANTOVA – “Sensibilizzare il legislatore nell’ottica del riconoscimento della medaglia d’onore ai prigionieri italiani in Russia”: con questo scopo è ufficialmente partito da Mantova, attraverso l’approvazione da parte del consiglio provinciale della mozione proposta da tre membri della maggioranza – i consiglieri Mattia Cortesi (Sindaco di Roverbella), Francesco Aporti (Sindaco di Borgo Virgilio) e Maria Paola Salvarani (Sindaco di Porto Mantovano) – un iter che, nelle intenzioni dei firmatari, dovrà varcare i confini mantovani per diventare nazionale.

Quella dei prigionieri italiani nei gulag sovietici, tra i quali un migliaio di mantovani di cui un centinaio morti in battaglia e moltissimi di cui si sono perse le tracce, è una storia poco conosciuta e, secondo Cortesi, anche poco riconosciuta. “Il contesto è quello della Campagna di Russia nell’ambito dell’Operazione Barbarossa, intrapresa nel 1941 e conclusasi nel gennaio del 1943 con la ritirata. I prigionieri italiani furono più di 70mila – ricorda il primo cittadino roverbellese – e 60mila non tornarono più a casa. I campi di detenzione erano prevalentemente dislocati nelle zone siberiane e, oltre alle morti in battaglia, la prima causa dei decessi fu dovuta al freddo. Mantova è la terra dell’80° Fanteria, composto prevalentemente da mantovani, la stragrande maggioranza dei quali morti nella campagna di Russia. Ed è bene ricordare che l’ultimo italiano a essere liberato da un gulag sovietico, il 26 novembre del 1954, fu un mantovano: Enzo Boletti, di Castiglione delle Stiviere, di cui divenne anche sindaco”.

La Legge 296 del 27 dicembre 2006 prevede la medaglia d’onore per tutti gli ex internati italiani catturati dai tedeschi e portati in campi di prigionia: “chiediamo che questo avvenga anche per i gulag sovietici. – dice Cortesi – Tanti italiani sono stati prima internati nei campi di concentramento nazisti, poi arrestati dai russi e portati nei gulag per la loro nazionalità, in quanto italiani. Penso che un provvedimento di questo tipo renderebbe giustizia anche ai tantissimi famigliari che non hanno mai avuto nemmeno una lapide sulla quale piangere”.

L’approvazione – con i soli voti della maggioranza – della mozione in consiglio provinciale rappresenta il primo passo di un percorso che i firmatari auspicano lungo e fruttuoso: “adesso l’obiettivo è lavorare insieme agli interlocutori del territorio, in modo bipartisan e in tutti i consigli comunali. Da parte nostra – conclude Cortesi – segnaliamo l’importante collaborazione con il referente dell’Unione Nazionale Reduci di Russia, il cavalier Domenico Morandi“.

Non sono molti i Comuni virgiliani che dispongono di un elenco definitivo dei cittadini partiti per la Campagna di Russia e mai più ritornati. Roverbella, ad esempio, sa che furono 32 i suoi caduti solo grazie al lavoro di recupero della memoria storica realizzato da un ex maestro scomparso lo scorso anno. Quando si chiede a Mattia Cortesi perché tutto questo lavoro nasca a Mantova, non ha bisogno di pensarci su: “perché noi che siamo figure istituzionali abbiamo il dovere di memoria, di riconoscere chi ha combattuto. Assolviamo al nostro dovere di memoria”.