“Aldo Moro – continua – è stato un personaggio di primo piano, fondamentale per la storia di quel periodo e un modello di integrità per le future generazioni. Aveva un innato senso della mediazione, credeva profondamente che il dialogo e la ricerca di un punto di incontro fossero la strada per il progresso della democrazia. Il suo progetto del compromesso storico rappresentava, per lui, il modo per superare le rigidità del cosiddetto ‘bicameralismo perfettò e aprire il sistema politico italiano a nuove possibilità di equilibrio e responsabilità condivisa. Moro riteneva che il superamento delle divisioni potesse consentire al Paese di affrontare con maggiore forza le sfide del suo tempo. Il suo insegnamento andava ben oltre i confini accademici: ci educava al senso dello Stato, al rispetto delle istituzioni, al valore della partecipazione democratica e della responsabilità personale”.
Per Mainetti “la sua tragica scomparsa per mano delle Brigate Rosse nel 1978 ha segnato profondamente la storia del nostro Paese, privandoci di una guida morale e politica di straordinario spessore. Oggi, nel giorno in cui ne ricordiamo la nascita, il mio pensiero va al Professore, allo statista e all’uomo che ha lasciato un segno profondo non solo nella Repubblica, ma anche nella vita di tanti suoi allievi, tra cui il sottoscritto. Il suo ricordo – conclude – il suo esempio e i suoi insegnamenti restano vivi nella memoria di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e ascoltarlo”.
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(ITALPRESS).














