Il Benevento espugna l’Artemio Franchi di Firenze grazie alla sua prima rete in Serie A di Improta, conquistando tre punti fondamentali per la salvezza e dando il primo dispiacere a Cesare Prandelli nella sua seconda avventura sulla panchina viola a cinque anni di distanza dalla prima. Pessima la prestazione dei gigliati da tutti i punti di vista mentre ordinata, grintosa e assai determinata la formazione guidata da Pippo Inzaghi, che ha fatto davvero poca fatica a contenere un ardore mai vistosi in Pezzella e compagni. Chi si aspettava infatti subito effetti positivi della cura del sostituto di Beppe Iachini si è presto dovuto ricredere. Nonostante il cambio di modulo, dal 3-5-2 al 4-2-3-1, poi divenuto a gara in corso 4-3-1-2, la squadra di casa ha offerto una prestazione altamente negativa con tantissimi giocatori sia fuori condizione che incapaci di fare con decenza il proprio compito. Su tutti Ribery, che ha messo in mostra tutti i suoi limiti, incapace di incidere e avulso dalla manovra, e che ha anche lasciato il campo dopo il 40′ per un infortunio, stop che ha fatto il seguito a quello di Bonaventura durante il riscaldamento. Nessuna traccia della Fiorentina nel primo tempo, e nella ripresa ai gigliati va anche peggio visto che già al 53′ vanno sotto con rete di Improta che sfrutta, grazie alla complicità del neo entrato Insigne, un errore in disimpegno di Biraghi, con Dragowski autore di un doppio ‘peccatò, sul rinvio ad inizio azione, e di un tuffo senza reattività sulla conclusione del giocatore del Benevento. A quel punto Prandelli prova a stravolgere negli uomini la sua Fiorentina: fuori Kouame, Duncan ed Igor, dentro Cutrone, Pulgar e Lirola, con spostamento di Milenkovic al centro della difesa ed il cileno che eredita il ruolo di regia, dando compiti di inserimento ad Amrabat. L’inserimento di Pulgar però non sortisce gli effetti sperati perchè il neo entrato abbassa, semmai fosse possibile, la qualità delle giocate sulla zona mediana, tanto che i giallorossi campani sfiorano il raddoppio due volte in contropiede, entrambe con Insigne, prima al 65′ e poi al 79′, con Dragowski però soprattutto decisivo 2’ più tardi su una punizione di Lapadula. Montipò di fatto non si è mai ‘sporcatò i guanti, visto che la sua unica vera parata è arrivata di piede su un colpo di tacco di Vlahovic, mentre eccellente è stata la prestazione di Hetemaj sapiente guida nei suoi.
(ITALPRESS).
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