MANTOVA – Il Consiglio Provinciale ha riconosciuto la legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla sentenza della Corte d’Appello di Brescia, che ha respinto l’appello proposto dalla Provincia contro il Ministero dell’Interno, per la riforma della sentenza del Tribunale di Brescia sul risarcimento del maggior danno per il mancato pagamento da parte del Ministero dell’Interno di un canone adeguato per la locazione della Caserma dei Carabinieri di Sermide.
L’ente di Palazzo di Bagno è stato condannato al pagamento delle spese del giudizio di secondo grado per 5.471,70 euro, oltre al contributo unificato nella misura di Euro 1.138,50.
Il contenzioso aveva ad oggetto la richiesta di risarcimento del danno formulata dalla Provincia di Mantova per il mancato pagamento da parte del Ministero di un canone di locazione adeguato per la caserma dei carabinieri di Sermide per il periodo compreso tra il primo gennaio 2002 e il 31 dicembre 2009. A seguito della disdetta contrattuale da parte della Provincia, il Ministero ha infatti continuato a pagare il vecchio canone del contratto scaduto, pari a 15.493,71 euro, anziché il canone aggiornato preteso dalla Provincia e pari a 47.441,73 euro, equivalente al canone concordato il 5 ottobre 2010 dall’Agenzia del Demanio per l’immobile. In primo grado, la richiesta di danno della Provincia, pari a 223.636,14 euro era stata rigettata in quanto il Giudice aveva ritenuto che la Provincia di Mantova non avesse provato la disdetta e, quindi, a suo dire, la messa in mora del conduttore, presupposto necessario per l’applicazione dell’azione di cui all’art. 1591 c.c. attivata dalla Provincia.
La Provincia, dopo avere inutilmente proposto una trattativa al Ministero per comporre bonariamente la vicenda, ha quindi proposto appello.
La sentenza della Corte d’Appello di Brescia ha rigettato l’appello sul presupposto che la Provincia da un lato non avrebbe provato la costituzione in mora del Ministero dell’Interno e, dall’altro lato, non avrebbe provato il maggior danno subito mediante la dimostrazione della sussistenza di “effettive e perdute possibilità del locatore di ricavare un maggior reddito dall’immobile attraverso la nuova locazione del bene ad un canone superiore”.
E riconoscimento da parte del parlamentino di Palazzo di Bagno anche della legittimità del debito fuori bilancio derivante sempre da sentenza della Corte d’Appello di Brescia ma questa volta relativo al mancato pagamento da parte del Ministero dell’Interno di un canone adeguato per la locazione della Caserma dei Vigili del Fuoco di Mantova. La Corte d’Appello di Brescia ha respinto l’appello proposto dalla Provincia avverso il Ministero dell’Interno, condannandola al pagamento delle spese dei giudizi di primo e secondo grado, pari rispettivamente a 8.964,25 euro e 5.471,70 euro, oltre al contributo unificato nella misura di 1.138,50 euro. Il contenzioso verteva sulla richiesta di risarcimento del danno formulata dalla Provincia per il mancato pagamento di un canone di locazione adeguato da parte del Ministero per la Caserma dei Vigili del Fuoco di Mantova tra il 15 maggio 2008 e il 30 giugno 2010.
Successivamente alla scadenza del contratto di locazione a seguito della disdetta contrattuale da parte della Provincia, il Ministero ha infatti continuato a pagare il vecchio canone del contratto scaduto, pari a 65.590 euro, anziché il canone aggiornato preteso dalla Provincia, e pari a 245.365 euro equivalente al canone congruito il 3 giugno 2010 dall’Agenzia del Demanio per l’immobile di viale Risorgimento. In primo grado, la richiesta di danno della Provincia, pari a 382.453 euro era stata accolta parzialmente dal Tribunale di Brescia, nella misura di 295.219 euro. La Provincia ha quindi proposto appello per il riconoscimento dell’ulteriore danno, pari ad Euro 87.234 che non aveva trovato riconoscimento nella sentenza di primo grado. Il Ministero dell’Interno si è costituito in giudizio con l’Avvocatura dello Stato proponendo appello incidentale con cui ha chiesto la riforma della sentenza del Tribunale di Brescia. La sentenza della Corte d’Appello di Brescia ha accolto l’appello incidentale proposto dal Ministero dell’Interno nella parte in cui questo lamentava il difetto di prova del danno da parte della Provincia. La sentenza ritiene che la Provincia non abbia provato il danno subito mediante la dimostrazione della sussistenza di “effettive e perdute possibilità del locatore di ricavare un maggior reddito dall’immobile attraverso la nuova locazione del bene ad un canone superiore”.
La Corte d’Appello ha quindi riformato la sentenza gravata “avendo il primo giudice errato nel ritenere provato il danno subito dalla locatrice senza richiedere a quest’ultima la prova delle concrete occasioni di locazione ad un canone corrispondente a quello stimato nel 2010 dall’Agenzia del Demanio e del fatto che le stesse non si siano concretizzate a causa del ritardato rilascio del bene da parte del Ministero”.