Le imprese virgiliane segnano un -1,3% (contro il +0.3% a livello regionale e nazionale)

MANTOVA – Flessione del sistema imprenditoriale: questo secondo i dati relativi alla natimortalità delle imprese in provincia di Mantova per l’anno 2020, elaborati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova. Nel 2020, infatti, le imprese virgiliane registrano una diminuzione del -1,3%, in contro tendenza rispetto sia al dato regionale sia a quello nazionale, pari per entrambe al +0,3%.
A livello lombardo si evidenziano performance negative per quasi tutte le province, con le sole eccezioni di Milano, Brescia e Varese, mentre Mantova risulta il territorio con il valore più basso.
Nella nostra provincia il saldo tra iscrizioni e cessazioni vede le uscite in vantaggio di 501 unità, portando così lo stock delle imprese a 38.791 unità. Va precisato che il trend negativo è costante dal 2011 e ha generato un decremento complessivo di quasi 4.000 imprese negli ultimi 9 anni; ancor più sensibile è la diminuzione del numero delle imprese attive, passate dalle 39.393 del 2010 alle 34.821 di fine 2020, con una diminuzione di oltre 4.500 unità, a testimoniare la difficoltà crescente delle nostre aziende a rimanere competitive sul mercato.

Si dovranno, però aspettare i primi mesi del 2020 per stabilire l’entità degli effetti prodotti dalla crisi pandemica sul tessuto imprenditoriale.

Da oltre un decennio, all’interno del panorama imprenditoriale, emerge un cambiamento in atto per quanto concerne la natura giuridica. Prosegue, infatti, la crescita delle società di capitali (+1,1%) che costituiscono il 21,6% del totale delle imprese, mentre risultano in calo le società di persone (-1,4%), le ditte individuali (-2,1%) e le “altre forme” (-2,3%). Le società di capitali, quindi, confermano il trend positivo degli ultimi anni, in ripresa di oltre 6 punti percentuali rispetto al dato del 2009, dimostrandosi la forma giuridica probabilmente più adeguata e strutturata per affrontare l’attività economico sempre più complessa e con ampi margini di variabilità.

Continua, invece, da alcuni anni la contrazione dei settori più tradizionali: l’agricoltura (-2,1%), la manifattura (-3,3%), le costruzioni (-3%), il commercio (-2,6%) e il trasporto e magazzinaggio (-1,8%). Alcune difficoltà emergono anche dalle attività dei servizi, generalmente più resistenti, come per alloggio e ristorazione (-1,3%), servizi di supporto alle imprese (-1,5%), istruzione (-0,9%), sanità e assistenza sociale (-0,4%), attività artistiche, sportive e di intrattenimento (-1,2%) e le altre attività dei servizi (-1,9%). Ad accrescere il loro peso nella struttura economica provinciale sono le rimanenti attività dei servizi, in particolare: i servizi di informazione e comunicazione (+1,6%), le attività finanziarie e assicurative (+0,5%), le attività immobiliari (+0,7%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+4,6%).

Il saldo delle imprese artigiane nel 2020, si conferma negativo (-2,4%), peggiore rispetto al dato nazionale (-0,2%) e a quello lombardo (-0,4%). Anche per le imprese artigiane Mantova si colloca in ultima posizione rispetto agli altri territori lombardi, tutti con segno meno con la sola eccezione di Milano.
Per l’artigianato si evidenzia un calo per la quasi totalità delle attività: il manifatturiero (-4,8%), le costruzioni (-3,5%), il trasporto e magazzinaggio (-4,6%), la riparazione di autoveicoli e motocicli (-3,1%), la trasformazione alimentare (gelaterie, gastronomie, pizzerie, ecc.) (-0,9%), i servizi di supporto alle imprese (-2,7%) e le altre attività dei servizi (-2,9%). In crescita, al contrario, i servizi di informazione e comunicazione (+6,3%), l’agricoltura (+0,5%) e le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+7,9%).