MANTOVA – Tutto è partito da una segnalazione del sindaco Mattia Palazzi che ha notato movimenti sospetti nel quartiere di Valletta Valsecchi.
Da lì sono scattate le indagini della Polizia locale, durate dal maggio al novembre dello scorso anno, che hanno consentito di smantellare un fiorente giro di spaccio di cocaina.
Cinque gli spacciatori, quattro tunisini e un marocchino, di età comprese tra i 20 e i 50 anni, che erano ospiti del dormitorio di viale Ariosto, due con precedenti ma non legati alla droga e gli altri incensurati. Vasta la loro platea di acquirenti: dagli studenti ai professionisti, ma c’erano anche disoccupati che però potevano permettersi i 50 euro a dose, per mezzo grammo di cocaina. Un giro che consentiva un guadagno di circa mille euro al giorno.
L’operazione è stata illustrata stamani dal comandante della Polizia locale di Mantova Paolo Perantoni, dal vice comandante nonchè coordinatore del Gom (Gruppi Operativo Misto) Luigi Marcone e dallo stesso primo cittadino Mattia Palazzi.
Si è così appreso che si è trattata di una indagine piuttosto complessa visto che i cinque si muovevano in maniera molto oculata spostandosi per le varie zone della città solo a piedi o in bicicletta, cambiando di continuo le schede dei cellulari per tentare di evitare di essere intercettati, e uscivano con addosso quantitativi di coca minimi così da far sembrare, nel caso venissero fermati, che fosse per uso personale.
Particolare anche curioso è che i cinque, proprio per non dare nell’occhio il meno possibile, rispettavano scrupolosamente le normative anti-Covid e si comportavano differentemente a seconda delle possibilità di spostamento: quando queste erano minime indossavano la tuta da ginnastica, fingendo di fare attività sportiva, in modo da potersi spostare.
Tutti accorgimenti che però non sono serviti: gli agenti del Comando di viale Fiume, grazie anche all’ausilio prezioso delle telecamere della città, ai pedinamenti e alle intercettazioni che comunque sono riusciti a fare, li hanno individuati e denunciati.
Per loro è scattato anche un provvedimento di allontanamento dalla provincia di Mantova che però è stato possibile notificare a due di loro: gli altri si erano nel frattempo dileguati lasciando il territorio mantovano. Uno è stato trovato a Gorizia ed espulso in quanto anche clandestino.
I cinque erano però l’ultimo anello di una catena di spaccio molto lunga tanto è vero che il loro fornitore è stato arrestato dai carabinieri a fine della scorsa estate in Piazzale di Porta Cerese. E proprio l’arresto di quest’ultimo ha coinciso con la sparizione da Mantova di tre di loro.
Durante la conferenza stampa il sindaco Palazzi si è complimentato e ha ringraziato la Polizia locale per l’indagine evidenziando l’importanza del suo rafforzamento con 18 agenti assunti negli ultimi anni, di cui 5 entreranno in servizio quest’anno dopo il concorso attualmente in corso. I nuovi innesti hanno consentito anche un ringiovanimento dell’organico “fondamentale – ha detto Palazzi – in operazioni come questa, con pedinamenti a piedi e in bici”.
E’ stata ringraziata anche Aspef, che ha in gestione il dormitorio con i suoi 50 posti, per la collaborazione data ed è stato rimarcato come quest’ultimo ospiti in grandissima maggioranza persone che nulla hanno a che fare con la delinquenza ma che altrimenti sarebbero costrette a dormire all’addiaccio.
“Voglio che sia chiaro però – ha ribadito Palazzi – che la nostra costante azione di accoglienza deve essere accompagnata dal doveroso e intransigente diritto alla sicurezza di tutti. L’accoglienza non può trasformarsi in rifugio per persone che delinquono.