Mantova e Sanremo un rapporto lungo, seppur intermittente, che inizia proprio nel 1951, anno del debutto della kermesse canora e termina nel 2021, con la 71esima edizione al via questa sera, quando a tenere alta la bandiera mantovana sul palco dell’Ariston sarà la 23enne viadanese Gaia Gozzi che presenterà “Cuore amaro”.
Ed era di un piccolo paese, sempre del viadanese, anche il primo mantovano cha approdò al Festival della Canzone Italiana 70 anni fa.
Si trattava di Achille Togliani, di Pomponesco che inaugurò nel 1951 il festival con Nilla Pizzi e il Duo Fasano. Arrivò secondo dietro alla celeberrima “Grazie dei Fiori” della cantante bolognese. Togliani fu a Sanremo anche nel ‘52, ‘53, ‘54, ‘59, ‘60 e ’61 e si piazzò altre volte secondo e terzo, fu insomma una specie di Toto Cutugno, un “eterno secondo” degli anni cinquanta.
Un’edizione del festival che senz’altro va ricordata per i tanti mantovani in gara fu quella del 1966 che fu vinta da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con “Dio come ti amo”.
Sul palco del Salone delle Feste del Casinò dove si tenne il Festival fino al 1976 furono protagonisti con diversi ruoli Gorni Kramer, che musicò il brano di Milva “Nessuno di voi e il compositore di San Benedetto Po Gino Mescoli con “Se questo ballo non finisse mai” interpretata da John Foster e Paola Bertoni. Era quella la terza edizione in cui le canzoni di Mescoli approdavano a Sanremo. C’era poi il compositore e arrangiatore Ezio Leoni, noto anche con lo pseudonimo di Len Mercer, nato a Milano ma dai lunghi trascorsi mantovani, con la canzone “Così come viene” cantata da Remo Germani & Les Surfs. E sul palco salirono come grandi protagonisti la giovane Luciana Turina con il brano “Dipendesse da me” e un altro giovanissimo, Gianni Dall’Aglio, il famoso batterista di Celentano che in quell’occasione si presentò però con il suo gruppo “I Ribelli” con “Alla buena de dios”.
E’ il giornalista mantovano Gianni Veronesi, uno dei massimi esperti del Festival di Sanremo, a raccontarci in un suo scritto alcune curiosità di quell’anno. Innanzitutto le incredibili eliminazioni di Celentano con “Il ragazzo della via Gluck”, e Bobby Solo con “Questa volta”. Andò male anche per Gino Paoli e per l’esordiente Lucio Dalla. Poi, racconta sempre Veronesi, ci fu la “rissa festivaliera” de I Ribelli che, al termine della loro esibizione, si tolsero le loro lunghe parrucche e le buttarono sul palco cominciando ad applaudirsi.
Il loro applauso fu talmente lungo che ancora non ne volevano sapere di smettere quando entrò la concorrente successiva Iva Zanicchi. L’esuberanza di Dall’Aglio e compagni fu tale che venne temporaneamente sospesa la trasmissione e dovette intervenire la polizia.
Un altro colpo di scena fu nel corso della seconda serata quando la presentatrice Carla Puccini (in coppia con Paola Penni) finse di svenire cadendo sul palco del Casinò. Il grande Mike Bongiorno conduttore del Festival non si fece però impressionare anche perché gli era giunta voce che fosse tutto architettato. Venne aiutata ad uscire e la serata riprese subito. Effettivamente si seppe poi che la messinscena le fu consigliata da un personaggio che di lì a poco sarebbe diventato uno dei nomi più importanti del panorama dello spettacolo e della musica italiani: Gianni Boncompagni.
Tra i mantovani che hanno calcato il palco di Sanremo non si può dimenticare anche Linda Lee, al secolo Rossana Barbieri di Suzzara, che nel 1976 si esibì con il Daniel Santacruz Ensemble con “Linda bella Linda” e fu poi ancora a Sanremo nel 77, ’78 e ’80.
Ora è la volta di Gaia che da quando ha trionfato ad Amici non si è più fermata con la sua incredibile voce con la quale ha scalato le classifiche conquistando dischi di platino e d’oro.
Tutti i mantovani faranno il tifo per lei in questo strano festival senza il pubblico in sala e senza le migliaia di fan per le strade ma dove la musica sarà ancora una volta grande, e forse ancora di più, protagonista. Una kermesse che, come ha detto il suo conduttore Amadeus, “ di certo non risolve i mali ma regalerà cinque serate di spensieratezza” quanto mai preziose oggi più che mai.