Controversie di lavoro: come risolverle

Il rapporto tra gli imprenditori e i loro dipendenti a volte potrebbe richiedere l’intervento degli operatori del diritto. Le controversie di lavoro non sono così rare, e di solito i lavoratori si appellano alle norme vigenti nel momento in cui credono che i loro diritti siano in qualche modo stati lesi o negati. In situazioni di questo tipo si può richiedere sia una risoluzione stragiudiziale, sia una risoluzione giudiziale vera e propria.

In entrambi i casi dipendenti e aziende possono richiedere assistenza e consulenza a dei professionisti, pronti a dare supporto al fine di dirimere la controversia.

Cerchiamo di capire insieme quali sono le principali tipologie di controversie di lavoro e in che modo si può arrivare a risolverle.

I diversi tipi di controversie di lavoro

Ci sono varie tipologie di controversie, la cui definizione dipende dalle specifiche situazioni in cui le parti si ritrovano a dover cercare una risoluzione o un accordo. Un primo aspetto da tenere in considerazione è il numero di lavoratori coinvolti: si può dunque parlare sia di controversie individuali, sia di controversie collettive.

Attualmente, facendo riferimento alla legislazione vigente, le controversie di lavoro individuali a loro volta possono suddividersi in varie specie, a seconda del rapporto che sussiste con il datore di lavoro. Possiamo dunque distinguere le controversie che si hanno nel settore privato da quelle che si hanno come dipendenti pubblici. Inoltre si possono avviare delle controversie di lavoro individuali anche se si hanno contratti agrari di vario genere, come quelli dei mezzadri o dei coloni.

Per quanto riguarda invece le controversie di lavoro collettive non è raro che coinvolgano anche i sindacati. A volte le controversie collettive sfociano anche in scioperi.

Evitare l’iter processuale

In occasione di controversie di lavoro molti professionisti in ambito giuslavoristico tendono a preferire soluzioni alternative all’iter processuale vero e proprio. Un processo, per vari motivi, può essere molto problematico anche per chi, tra le parti, è dalla parte della ragione. Per arrivare alla conclusione potrebbe essere necessario diverso tempo, e anche il dispendio economico non è da sottovalutare. Per questo molte volte si cerca di trovare degli spiragli nel rapporto tra lavoratore e azienda, per aprire una fase di confronto e negoziato.

Di solito questa fase va prima in direzione di una possibile conciliazione, in modo tale da poter dare il via a una transazione vera e propria, che possa accontentare entrambe le parti coinvolte.

Come si effettua una conciliazione?

Una conciliazione avviene in via stragiudiziale, ma ciò non significa che non debba seguire specifiche norme per essere pienamente valida. Entrambe le parti hanno tutto l’interesse a far sì che nulla sia impugnabile in futuro.

Per redigere un accordo di conciliazione privo di difetti è utile affidarsi a dei professionisti del diritto. Il nostro consiglio per i lavoratori che si ritrovano in queste situazioni è quello di farsi seguire da esperti, in modo tale che possano leggere il documento prima di apporre qualsiasi firma.

Il verbale, una volta redatto, deve essere poi sottoscritto dalla Commissione di Conciliazione. Tutto ciò rende l’accordo valido e vincolante.

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