Tra il XV e il XVI secolo, l’Italia era un campo di battaglia conteso tra le grandi potenze europee. Tra i soldati più temuti che attraversarono la penisola c’erano i lanzichenecchi, mercenari tedeschi al servizio dell’Impero, conosciuti per la loro brutalità tanto in guerra quanto nei saccheggi. Spietati ed efficienti, combattevano per chiunque pagasse di più, ma spesso i loro veri guadagni venivano dai saccheggi ed erano il terrore delle popolazioni, perché dove passavano lasciavano solo macerie e morte.
Il loro nome è legato a uno degli episodi più drammatici del Rinascimento: il Sacco di Roma del 1527 in cui quasi 14.000 lanzichenecchi, affamati e senza paga, si riversarono sulla città eterna uccidendo migliaia di persone e saccheggiando chiese e palazzi. Ma non fu solo Roma a subire la loro furia: tutto il Nord Italia conobbe il peso della loro violenza.
Battaglie e carneficine in Piemonte
Nel 1513, i lanzichenecchi furono protagonisti della battaglia di Novara (detta anche battaglia dell’Ariotta), al soldo delle truppe francesi nel quadro delle guerre tra Francia e Impero. In questa occasione i lanzichenecchi vennero annientati, mentre la fanteria e la cavalleria francesi fuggirono, ma la loro presenza portò con sè devastazioni e saccheggi e fame, violenza e malattie si diffusero rapidamente.
Nel 1544, il Piemonte divenne il teatro di un altro scontro epico tra francesi e imperiali: la battaglia di Ceresole, combattuta presso Ceresole d’Alba. I lanzichenecchi, qua schierati con l’Impero, affrontarono la fanteria francese in un bagno di sangue che lasciò migliaia di morti sul campo. Anche qui, al di là della strategia militare, ciò che rimase fu la distruzione: villaggi incendiati, terre desolate, famiglie disperse e il terrore per un nemico che non si fermava davanti a nulla.
Genova sotto assedio
Nel 1522, nel contesto delle guerre d’Italia, dove sulla Penisola si susseguivano scontri tra francesi e Impero, Genova fu presa di mira in uno degli assedi più duri della sua storia: la città fu occupata e saccheggiata dalla fanteria spagnola, alleati dei tedeschi, e dai lanzichenecchi, che piegarono la città con violenza e devastazione. Genova tentò di resistere il più possibile, ma l’assedio si risolse con la vittoria degli imperiali e la popolazione pagò un prezzo altissimo: le strade si riempirono di cadaveri e la città venne saccheggiata, subendo per giorni la tremenda violenza che colpisce indistintamente militari e civili, uomini, donne e bambini.
La furia dei mercenari sulla Pianura Padana
Già agli inizi del 1500 i lanzichenecchi iniziavano le loro scorrerie in Lombardia, distruggendo e saccheggiando i paesi che trovavano lungo il loro cammino. Ed è questo il caso del piccolo paese di Cislago, oggi in provincia di Varese, che nel 1505 fu raso al suolo: non si trattò di una battaglia, ma di un’incursione che trasformò un tranquillo borgo in un cumulo di macerie. Case bruciate, raccolti distrutti, abitanti massacrati o ridotti in schiavitù: il tipico passaggio di questi soldati senza scrupoli.
Nel 1526, i lanzichenecchi tornarono a imporsi e farsi valere in una delle loro battaglie più note, quella di Governolo, in provincia di Mantova. Qui, sconfissero i francesi consolidando il dominio imperiale, ma la vittoria significò anche nuovi saccheggi nelle campagne lombarde, dove interi villaggi vennero rasi al suolo e i sopravvissuti ridotti alla fame o costretti alla fuga. Era la solita storia: prima la guerra, poi la disperazione.
Un’eredità di paura e distruzione
Ovunque passassero, i lanzichenecchi lasciavano solo rovine. Lombardia, Piemonte e Liguria furono segnate per sempre dalle loro incursioni. Al di là delle battaglie, il loro vero impatto fu sulla vita delle persone comuni: famiglie spezzate, città distrutte, economie annientate. Ancora oggi, nei racconti tramandati nei secoli, il nome dei lanzichenecchi evoca paura e distruzione. Se il Rinascimento fu un’epoca di grande arte e cultura, fu anche un periodo di guerra e violenza. E pochi rappresentano questo lato oscuro meglio dei lanzichenecchi, i soldati che trasformarono l’Italia in un inferno di sangue e fuoco.
Il nostro gruppo editoriale è presente in tutte queste città, da Cuneo a Novara, da Genova a Mantova e Varese, per raccontare la storia delle comunità che hanno vissuto sulla propria pelle le devastazioni dei lanzichenecchi. Attraverso ricerche e testimonianze, restituiamo voce a chi ha affrontato quei tragici eventi, mantenendo viva la memoria di un passato che ha segnato profondamente il nostro territorio.