Napoleone Bonaparte: l’uomo che cambiò il destino d’Europa e d’Italia

Napoleone Bonaparte è una delle figure più controverse della storia moderna europea, simbolo dell’ascesa sociale dalle umili origini all’apice del potere. Nato nel 1769 in una famiglia dell’aristocrazia minore della Corsica, riuscì a diventare imperatore di Francia e re d’Italia grazie alle sue capacità strategiche e militari. La sua vita fu segnata un’epica ascesa e caduta che lo vide passare da giovane generale alla conquista dell’Europa, a imperatore formidabile e rispettato, per poi crollare nella sconfitta e nell’esilio.

Le campagne di Napoleone in Italia alla fine del XVIII secolo rovesciarono il potere politico nella Penisola, instaurando un Regno fondato su riforme amministrative e giuridiche che lasciarono un segno indelebile nella storia del nostro Paese. Incoronato re d’Italia nel 1805, il suo governo in Italia inaugurò decenni di disordini culminati nel Risorgimento.

La Liguria nel contesto delle guerre napoleoniche

Nelle campagne napoleoniche in Italia, la Liguria giocò un ruolo centrale già dalle fasi iniziali, permettendo all’Armata d’Italia di Napoleone di conquistare la regione e marciare successivamente verso il Piemonte.

Qua, in provincia di Savona, si combatterono nel 1796 due delle principali battaglie che consentirono all’esercito francese di consolidare il proprio dominio sulla Penisola: la battaglia di Montenotte (tra l’11 ed il 12 aprile) e quella di Dego (tra il 14 e il 15 aprile) videro Napoleone vittorioso, dando così inizio ad una campagna militare che porterà alla resa definitiva dello Stato Sabaudo.

Nel 1797 anche Genova, città preziosa per la sua posizione strategica sul mare, cadde sotto il controllo francese, per poi essere definitivamente annessa all’Impero nel 1805.

Napoleone in Piemonte: il cammino tra vittorie e trasformazioni

Alla fine del Settecento, la presenza napoleonica sul territorio piemontese si fece predominante, grazie ai successi militare precedentemente ottenuti da Napoleone in Liguria.

Nel 1796, l’esercito napoleonico si scontrò con le truppe del sovrano sabaudo Vittorio Amedeo III di Savoia, che uscirono sconfitte prima dalla battaglia di Ceva (il 16 aprile) e successivamente da quella di Mondovì (tra il 20 e il 21 aprile): l’Armata d’Italia costrinse le truppe italiane a ritirarsi nell’entroterra della regione, lasciando le fortezze in mano ai nemici.

Nonostante una prima coraggiosa resistenza, l’occupazione della regione fu rapida e implacabile e l’armata francese iniziò la sua avanzata verso Torino, estendendo il proprio controllo sulle città di Alba e Cherasco. Qua avvenne la resa definitiva dell’esercito piemontese: con l’armistizio di Cherasco, Vittorio Amedeo III di Savoia si impegnò a cedere Nizza e la Savoia alla Francia, insieme a tutte le fortezze, che divennero presidi militari per controllare i movimenti del re.

Torino divenne così uno dei principali centri amministrativi sotto il controllo napoleonico, che portò con sé riforme politiche e culturali, ispirate dalle idee illuministiche, modificando profondamente la città e la provincia.

L’Assedio di Mantova: una svolta nella campagna d’Italia

Il primo assedio di Mantova (3 giugno 1796 – 2 febbraio 1797) rappresenta uno dei momenti più drammatici e strategicamente complessi delle campagne d’Italia di Napoleone: la città era ormai l’ultimo baluardo di resistenza e ne divenne un simbolo, ma anche un tragico teatro di sofferenze.

Dopo la sconfitta della battaglia di Lodi, l’esercito austriaco non riuscì a ripiegare in tempo e si ritrovò bloccato dentro le mura di Mantova. Napoleone però rispose bloccando ogni approvvigionamento e isolando progressivamente la città dalle altre forze alleate, impedendo alle forze austriache di liberala.

La guarnigione resistette fino al 2 febbraio 1797: ormai allo stremo, devastati dalla fame, dalle malattie e dalla disperazione, la città dovette arrendersi e Napoleone concesse al generale Würmser di abbandonare Mantova con l’onore delle armi, riconoscendo il valore del suo avversario.

Con Mantova, entrava nell’orbita francese l’ultima città libera dell’Italia settentrionale, che ormai era tutta concentrata nelle mani di Napoleone Bonaparte, ormai considerato uno dei più brillanti strateghi della sua epoca.

Dalle battaglie alle trasformazioni: l’eredità napoleonica nelle nostre città

La dominazione napoleonica in Italia ha lasciato un segno profondo nella storia del nostro Paese. Da Savona a Genova, da Cuneo a Torino, fino a Mantova, le vicende legate a Napoleone hanno contribuito a ridisegnare la geografia del potere e dell’identità nazionale.

Il nostro gruppo editoriale, presente in tutte queste città, si impegna a raccontare le loro storie, valorizzando il ricco patrimonio culturale e storico che ancora oggi le caratterizza.