Sto spendendo in pubblicità ma non vedo risultati: dove sto sbagliando?

Spesso accade così: si mette mano al portafoglio per fare pubblicità, si spera che arrivi traffico o lead, ma alla fine i numeri non arrivano. Il budget va, ma non si traduce in vendite né visibilità rilevante. Cosa è andato storto nei vari passaggi della campagna? In molti casi l’errore non è nel “fare pubblicità” in sé, ma nel farla senza una strategia, senza controlli e senza aggiustamenti continui.

La chiave per non sprecare risorse rivolgersi ad esperti di pianificazione media, con i quali definire obiettivi, targeting, canali, creatività, metriche e così via. Il vero segreto per ottenere campagne di successo è definire con massima precisione tutti questi aspetti perché, se uno degli elementi è mal dimensionato, i risultati non arrivano.

Obiettivi vaghi e mancata misurazione

Il primo errore sta nella definizione di obbiettivi poco chiari o non misurabili. Desiderare più clienti è troppo generico; serve capire quanti clienti, in quanto tempo, con che margine. Senza definire i KPI, non resterebbe altro da fare che gestire la campagna “a sensazione”, quindi senza avere dati per aggiustare dove necessario. Il risultato è pura confusione: le varianti procedono, anche quelle inefficaci, e il budget si disperde.

Targeting impreciso e dispersione

Il secondo errore comune è volere parlare a tutti. Con budget limitati non è possibile permettertelo. Se il pubblico raggiunto dagli annunci non è qualificato, tanti click non significano vendite, ma costi vivi. Ecco perché bisogna segmentare: età, localizzazione, interessi, comportamento d’acquisto.

Un annuncio che raggiunge chi non è interessato è solo uno spreco. Se il targeting è sbagliato, si può avere CTR decenti ma zero conversioni. È fondamentalmente un mismatch tra chi vedi e chi vorresti convertire.

Canali e contenuti non ottimizzati

Anche se si hanno obiettivi chiari e pubblico ben definito, se il canale o il contenuto non sono adeguati, non si ottengono risultati. Ci riferiamo a casi in cui, per esempio, il canale viene scelto per moda, e non per efficacia, oppure quando vengono creati annunci con messaggi deboli, senza call to action chiare.

Un altro caso piuttosto diffuso è quello della creazione di landing page lente o poco pertinenti all’annuncio, le quali non fanno altro che confondere l’utente e spingerlo dalla concorrenza.

Occorre pensare al pubblico

Molto spesso l’errore è pensare che basti “fare una campagna” per funzionare. Invece ogni annuncio deve essere progettato per il pubblico, con messaggi che colpiscono e un percorso chiaro verso l’azione.

Di concorrenza, online, ce n’è davvero tanta, in ogni settore. Per avere successo, quindi, non bisogna sforzarsi di diventare mainstream, perché il vero obiettivo da raggiungere è un potenziale cliente in procinto di prendere una decisione d’acquisto.

I click, sono importanti ma lo è di più la reazione che l’annuncio scatena. E considerata la complessità dell’advertising di questi tempi, la miglior soluzione per evitare sprechi e dispersioni è sempre quella di rivolgersi a un esperto. Ce ne sono tantissimi molto preparati sulla creazione di strategie di pubblicità che si rivelino davvero redditizie.

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