Titoli di Stato italiani: conviene investire?

Quando si ha un buon capitale da parte il primo pensiero, per molti, è quello di trovare dei validi strumenti finanziari per farlo fruttare. Tenere il denaro fermo in banca può essere non solo inutile, ma anche dispendioso. Meglio trovare delle soluzioni che permettano di ottenere dei ricavi, cercando al tempo stesso di ridurre ogni genere di rischio.

Tra le migliori opzioni ci sono senza alcun dubbio i titoli di Stato, noti anche come “bond”. In questo articolo vi spiegheremo perché definirli bond non è propriamente corretto, e in più vi daremo tutte le informazioni su come funzionano i titoli di Stato, e il perché possano rappresentare una valida alternativa per i vostri investimenti. Continuate a leggere se volete saperne di più.

Titoli di Stato: di cosa si tratta?

Nella nostra introduzione abbiamo già accennato al rapporto che c’è tra i titoli di Stato e la definizione di “bond”. Cosa sono esattamente i bond? Si tratta di obbligazioni, che vengono emesse da governi, banche e aziende per ottenere dei “prestiti” da parte degli investitori. Chi compra un bond mette a disposizione una precisa somma di denaro, che gli verrà poi restituita alla scadenza del titolo. Durante la durata si ha diritto a degli interessi, che costituiscono per gli investitori un’occasione di guadagno.

I titoli di Stato sono dei bond che hanno come peculiarità quella di essere emessi da degli Stati sovrani. I Paesi vendono questi titoli, ottenendo del capitale da usare per la spesa pubblica. In cambio si impegnano sia a versare degli interessi, sia a restituire il capitale alla scadenza.

I titoli di Stato in Italia

Se siete intenzionati ad acquistare dei titoli di Stato in Italia vi sarà utile sapere che ne esistono diversi tipi, ognuno con le proprie caratteristiche. Tra i più importanti ci sono:

  • BOT: Acronimo che sta per Buoni Ordinari del Tesoro. La durata non supera i 12 mesi. Non ci sono interessi, ma alla scadenza del titolo si riceve il valore speso, a cui si aggiunge una ulteriore somma;
  • BTP: Acronimo che sta per Buoni del Tesoro Poliennali. Come indica il nome si tratta di buoni che possono durare per diversi anni. La durata minima è di 3 anni, quella massima di 30. Periodicamente si ricevono degli interessi;
  • CTZ: Acronimo che sta per Certificati del Tesoro Zero Coupon. Scadono dopo 24 mesi, senza interessi periodici, ma con una buona differenza tra il valore speso inizialmente e il rimborso finale;
  • BTP Italia: Questi BTP sono indicizzati tenendo in considerazione l’inflazione.

Sono convenienti?

I titoli di Stato sono davvero convenienti come strumenti finanziari? La risposta è sì. In primis, acquistando dei titoli che garantiscano degli interessi periodici, le cosiddette cedole, si ha la certezza di avere un regolare flusso di denaro in entrata. A ciò si aggiunge il rimborso finale, grazie al quale si ottiene di nuovo l’intero valore speso nell’acquisto del titolo di Stato.

Va anche tenuto a mente che si ha una tassazione agevolata. In Italia gli strumenti finanziari hanno una tassazione pari al 26%, ma con i titoli di Stato si ha diritto invece a una tassazione del 12,5%. Niente male, soprattutto se si considera la grande stabilità dei titoli di Stato emessi dal nostro Paese.

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