MANTOVA – L’ultimo appuntamento di Festa di piazze dedicato alla cultura ebraica nel cuore del quartiere che per secoli fu il ghetto, ha avuto un forte richiamo di pubblico. Martedì la serata promossa dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani con il sostegno del Comune di Mantova, in collaborazione con Archivio di Stato e Amici dell’Archivio di Stato, Comunità ebraica e Alchemika, è iniziata in piazza Bertazzolo e si è conclusa in piazza Sermide. Dopo l’introduzione di Italo Scaietta, sono intervenuti il presidente della Comunità Ebraica Emanuele Colorni, Corrado Benatti della Cooperativa Alkemica – che ha sede nella vicina via Norsa – e Giovanni Buvoli vice sindaco della città.
La storia del quartiere-ghetto
Colorni ha spiegato la storia del quartiere-ghetto destinato agli ebrei sorto nel 1612 per volontà di Vincenzo I Gonzaga. Abitavano 2.500 persone, ma non erano isolate dal resto della città, anzi, i residenti e le attività economiche erano perfettamente integrate con gli altri mantovani. Dove adesso c’è piazza Bertazzolo, un tempo c’era un oratorio cristiano raggiungibile da via Dottrina Cristiana. Grazie all’ausilio delle foto storiche, è stato possibile vedere lo stato di degrado delle case perché nessuno faceva manutenzione. Poi, nel dopoguerra l’area è stata riqualificata dal punto di vista urbanistico ed ora è un quartiere bello e vivibile.
Una sorte parallela è toccata a piazza Sermide, raggiungibile mediante via Norsa (un tempo vicolo Regresso perché essendo chiuso i carri per tornare non potevano girarsi e dovevano fare retromarcia). La piazza prende il nome dalla località in provincia di Mantova dove si trovava una numerosa comunità ebraica rasa al suolo dagli austriaci nel 1848 durante nelle battaglie Risorgimentali. Piazza Sermide è stata distrutta da un vasto incendio nel 1848, i palazzi sono stati molto danneggiati al punto che si decise di abbatterli e di costruire nuovi fabbricati.
Due attori di Teatro Magro hanno presentato lo spettacolo originale “A menadito”, un’antologia di pagine a scelta del pubblico che ha potuto chiedere la lettura di brani di due libri, “Il Giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani e “Ogni cosa è illuminata” di Jonathan Safran Foer. La regia era di Flavio Cortellazzi,
In piazza Sermide. Dal balcone dello studio di Carlo Bonfà è andata in scena la musica klezmer “La fisarmonica nel ghetto” con David Sarnelli allo strumento. Le note e i suoni che in passato accompagnavano le ballate e le preghiere tipiche della tradizione chassidica e sefardita e le danze dei rituali del matrimonio e delle feste comandate, sono riecheggiate nella piazza per più di mezz’ora.
Fino alle 23 era possibile entrare nella Sagrestia dell’Archivio di Stato di Mantova e visitare la mostra di antichi documenti ebraici. Erano visitabili anche lo spazio di Alkemica in via Norsa 4 e lo studio d’artista di Carlo Bonfà.