MANTOVA – Parlare meno e fare risultati, a partire dalla difficile trasferta di Pisa di sabato prossimo: il direttore tecnico Christian Botturi al Sinergy Center spazia a tutto campo sulla situazione difficile del Mantova.
“Ci sono nove partite: cinque in casa, quattro in trasferta. Se vogliamo salvarci dobbiamo iniziare a vincere: parlare di meno e fare risultati. Vincere qualche gara in casa, sfruttando il fattore campo, dobbiamo fare qualcosa di eclatante fuori casa. Partendo anche da Pisa. Ce la faremo? Non lo so, so che ci alleniamo tutti i giorni, con la voglia di fare bene e salvare questa società”.
Per centrare la salvezza Botturi punta sulla compattezza dell’ambiente: “Siamo in una situazione non positiva: parla l’oggettività dei risultati. Però il raggio di sole è la compattezza societaria, la volontà di lottare e credere nei nostri mezzi. Abbiamo tutte le credenziali per salvarci”.
Botturi elogia l’atteggiamento della Curva Te, che ha capito il momento e ha sempre sostenuto la squadra. Il direttore ne approfitta anche per blindare mister Possanzini: “Da quando è arrivato il presidente abbiamo parlato poco e prodotto con le nostre idee. La nostra certezza è che Possanzini sarà l’allenatore da qui a fine stagione, è l’unico che può portarci alla salvezza”.
“Ci aspettavamo di essere un po’ più su in classifica – osserva il dt commentando il momento -, ma sapevamo che poteva capitare di ritrovarsi in questa posizione. Ci piacerebbe essere in una posizione più tranquilla, ma la situazione è questa. Abbiamo però dei dati oggettivi che ci fanno ben sperare. Dopo la gara con la Sampdoria, avevamo 5-6 punti di margine sui play out ed eravamo a poca distanza dai play off, fino a quel momento la squadra aveva dato delle certezze. Il mercato di gennaio è stato vissuto per il momento che stavamo vivendo, e per i segnali che ci stava dando la squadra. Quando ho parlato di risparmio di budget non l’ho fatto per fare il fenomeno, non è che non abbiamo preso giocatori perché avevamo il palato fino, ma perché per l’andamento della squadra sino a quel momento, servivano quei due innesti mirati che sono stati fatti. Siamo convinti a tutt’oggi che questo gruppo può portare il Mantova alla salvezza. Oggettivamente, dopo la gara con la Samp le prospettive sono cambiate: siamo ultimi in tutte le classifiche degli ultimi turni. Qualcosa è successo: se fai buone prestazioni e non porti a casa i risultati, c’è qualcosa che non va. Non dormiamo la notte per salvare il Mantova: salvarsi vuol dire dare visibilità anche alla città, aumentare la forza della società, ma anche dare uno status da “Serie B” ai giocatori”.
“DIFENDEREMO SEMPRE I GIOCATORI, MA ADESSO TOCCA A LORO USCIRE DALLA COMFORT ZONE”
“Secondo noi l’allenatore sta lavorando bene, ma c’è anche la componente mentale e psicologica, e quella comporta una reazione da parte dei giocatori. Io, il mister e il presidente difenderemo sempre i ragazzi, ma ora tocca a loro tirarsi fuori da questa situazione. Correre, concentrarsi e vivere il quotidiano con professionalità. Perché nel calcio ci si ricorda sempre dell’ultima cosa che hai fatto. E noi adesso siamo ricordati per l’1-1 con la Juve Stabia, col gol di Solini e un’altra chance da pochi passi che poteva entrare. E da lì a fine partita c’è stata solo una squadra in campo. E perché prima non abbiamo capitalizzato tutto il lavoro fatto in settimana?”