Modesto si presenta: “Umiltà, compattezza e coraggio, il Mantova deve salvarsi”

MANTOVA – Umiltà, compattezza, coraggio: sono queste le prime parole chiave scandite da Francesco Modesto nel giorno della sua presentazione come nuovo allenatore del Mantova. Concetti che il tecnico considera imprescindibili per affrontare un momento delicato e per costruire, passo dopo passo, il percorso verso la permanenza in Serie B. Senza promesse di rivoluzioni immediate, Modesto chiede ai biancorossi atteggiamento positivo, disponibilità totale e spirito di sacrificio, consapevole che servirà tempo per invertire la rotta e che il debutto, domani al Martelli contro l’Empoli, è già un esame importante.

Al suo fianco il diesse Leandro Rinaudo spiega la genesi di questa scelta, partendo da un ringraziamento sincero al lavoro del tecnico precedente. «Quando sono arrivato, la maggior parte di voi si aspettava subito l’esonero di Possanzini. Io invece ho voluto conoscerlo, come persona e come allenatore. C’è stato subito rispetto reciproco e professionale. Possanzini aveva fatto un lavoro importante nei primi giorni: ci sono state vittorie importanti e una reazione evidente della squadra. Poi, settimana dopo settimana, sono emerse situazioni negative, culminate con la sconfitta di Cesena. Lì sono venute fuori delle debolezze, soprattutto a livello tecnico e fisico, che mi hanno fatto tornare a riflettere sull’andamento generale della squadra». Cesena è diventata uno spartiacque: «È una partita che mi ha fatto pensare e non dormire. Dopo quella gara ho sentito che era arrivato il momento di cambiare per invertire la rotta e dare stimoli nuovi».

Da qui il percorso che porta a Francesco Modesto. «La sua scelta nasce dalle emozioni che mi ha trasmesso – spiega Rinaudo –: una fame incredibile, una grande volontà di lavorare e di ribaltare una situazione particolare. Ha una conoscenza profonda della Serie B, dei giovani e dello stesso Mantova. Tutti elementi che mi hanno fatto riflettere molto». Il ds insiste sull’identikit del nuovo tecnico: «E’ un allenatore giovane, con già diverse esperienze alle spalle. Credo possa darci una grande mano. Sono consapevole che non sarà semplice e non gli chiedo di fare miracoli nell’immediato, ma di vivere il suo lavoro con la stessa intensità che sta mettendo insieme al suo staff».

Rinaudo racconta anche il momento umano della scelta: «Dopo la partita di Cesena mi sono messo in macchina, ho chiamato il mister e ci siamo visti alle quattro di notte. È lì che ho pensato a quanto Modesto possa dare a questa squadra. Siamo in un momento particolare, ma credo serva gente positiva, con la “cazzimma” giusta, per ribaltare la situazione». L’appello è alla compattezza dell’ambiente: «Abbiamo bisogno di tutti. Se siamo uniti, col tempo possiamo ribaltare questa situazione».

Sul mercato, il direttore sportivo predica pragmatismo: «Ho pensato se fosse giusto dare una squadra “non sua” al mister in queste due partite. Poi ho deciso che queste settimane servono a conoscere i giocatori e le dinamiche interne. Siamo consapevoli che ci aspettano due gare difficili contro squadre forti. La proposta di calcio sarà diversa rispetto al passato, ma c’era bisogno di invertire la rotta sotto certi aspetti. Il mercato verrà dopo, ora siamo concentrati su queste due partite, che possono darci risposte importanti».

«Ringrazio il presidente Piccoli e il direttore Rinaudo, che conosco da quando eravamo compagni di squadra a Palermo. Questa è una tappa cruciale della mia carriera» dice Modesto. La decisione è stata immediata: «Quando il direttore mi ha chiamato non gli ho fatto nemmeno finire la frase, ho detto subito “presente”. So che ci sono tante difficoltà, ma con il mio staff possiamo dare un grandissimo contributo per l’obiettivo finale».

Modesto dimostra di conoscere piuttosto bene il Mantova: «Abbiamo visto tante partite. È una squadra che, secondo le statistiche, ha poca fisicità, tanto possesso palla ma poca concretezza in attacco e una certa fragilità difensiva». Alla domanda sulle condizioni fisiche, che hanno sollevato parecchi dubbi in queste ultime settimane, risponde con realismo: «I dati sono oggettivi. In pochi giorni non posso chiedere ai ragazzi di azzerarli, ma ci sono due concetti che voglio vedere subito: umiltà e voglia di giocare. La fase difensiva parte dagli attaccanti, è il messaggio che ho dato fin dal primo giorno».

Il nuovo tecnico racconta l’impatto con il gruppo: «Ho avuto una conoscenza diretta e bella. Ho trovato ragazzi vogliosi, partecipi, una squadra viva. È un percorso lungo, ma dobbiamo avere ben chiaro l’obiettivo: la permanenza in Serie B. Questo mi ha chiesto il presidente e dobbiamo portarlo avanti fino alla fine». Il confronto con Possanzini è improntato al massimo rispetto: «Lo apprezzo molto. Ho affrontato il suo Mantova quando ha vinto la Serie C con grande merito: una squadra che giocava in quel modo non si era mai vista prima in quella categoria. Oggi però si cambia pagina. A volte l’allenatore paga per tutti oltre i propri demeriti».

Sulle gerarchie interne, Modesto apre ovviamente anche all’impiego maggiore dei giocatori arrivati in estate, che in questi primi mesi hanno, paradossalmente, giocato meno: «Quando si cambia, si azzera tutto, gerarchie comprese. In questi pochi giorni guardo le caratteristiche e penso all’avversario. Ogni giocatore deve sentirsi potenzialmente titolare. Ho bisogno di tutti, nessuno deve sentirsi escluso se vogliamo raggiungere l’obiettivo».

In vista dell’Empoli, l’allenatore chiarisce le priorità: «Non posso trasformare la squadra dall’oggi al domani, non ho questa presunzione. Voglio però concetti chiari: umiltà, coraggio, compattezza. È già una partita importante e dobbiamo far valere il fattore campo. Il pubblico per noi deve essere fondamentale, deve trascinarci. L’atteggiamento della squadra è ciò che porta benefici durante la gara».

Dal punto di vista emotivo, Modesto insiste sulla credibilità: «I giocatori arrivano da due anni e mezzo con Possanzini, con vittorie e una salvezza in B. Io devo essere credibile sin da subito: sono me stesso, leale con loro, devo spiegare cosa è più importante per il gruppo. Il calcio è fatto anche di semplicità: un passaggio fatto bene o male cambia tutto. Le motivazioni contano tantissimo».

Contro l’Empoli, avversario «forte e completo», l’aspettativa è chiara: «Mi aspetto un Mantova compatto. Ho rivisto la gara di Cesena: nei primi trenta minuti c’erano intensità e una mole di gioco importante, che ha messo in difficoltà i bianconeri. Voglio una squadra che sappia soffrire, che si aiuti, che parli di più in campo e non perda i duelli. Questa squadra ha valori».

Sull’eredità tattica e sull’esperienza all’Atalanta, Modesto cita Gasperini e Juric come riferimenti: «È un modo di giocare che mi rappresenta: aggressivo, verticale. Il primo concetto è non mollare mai e rendere la vita difficile agli avversari». Quanto alla pressione del Martelli, un ambiente che può dare e può togliere, la risposta è netta: «Non mi faccio condizionare. Conosco i rischi del mio lavoro. Anche su un risultato negativo, la gente deve percepire che hai dato tutto».

Ad accompagnarlo in questa nuova avventura c’è uno staff articolato: l’ex Nazionale Alessandro Gamberini sarà allenatore in seconda, Jacopo Zennaro collaboratore tecnico; la preparazione atletica è affidata a Luca Picasso e Francesco Chinnici (recupero infortunati), con Demetrio Alessandro Greco preparatore dei portieri. Match analyst Marco Liberalon.