MANTOVA – Sono 15 i decessi di pazienti contagiati da Covid che si sono registrati nella seconda ondata, da inizio ottobre ad oggi quindi, all’ospedale Carlo Poma di Mantova: 9 persone sono decedute a ottobre, 6 in novembre.
Un numero che ha capire come il virus debba essere temuto e come sia necessario cercare di difendersi rispettando tutte le prescrizioni.
Ma un numero fortunatamente lontanissimo da quelli che si registravano durante la prima ondata quando all’ospedale cittadino la conta dei morti, a marzo soprattutto, arrivava a anche una decina al giorno.
Oggi, anche se non esiste ancora una cura specifica contro il virus, lo si conosce meglio e lo si riconosce prima. Sono state comunque messe a punto delle terapie che in molti casi consentono di limitarne i danni a livello polmonare ma anche su altri organi del corpo umano.
A Mantova numerosi malati gravi sono tra l’altro stati trattati e salvati grazie al plasma iperimmune a proposito del quale solo ieri il primario di immunoematologia e medicina trasfusionale del Poma Massimo Franchini ha lanciato l’allarme. ” Le sacche di plasma per curare i malati sono finite, servono urgentemente donatori che siano stati pazienti Covid”.
Un appello quello del primario che è stato subito raccolto da moltissimi mantovani che lo hanno rilanciato sui social e nelle chat.
Questa mattina però, anche alla nostra redazione, sono arrivate molte segnalazioni da parte di persone che avevano telefonato all’ospedale per proporsi come donatori ma nessuno rispondeva.
Ci siamo sincerati per capire il perchè e ci è stato risposto che purtroppo, proprio a causa della grande mole di lavoro per l’emergenza Covid, non sempre al Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) c’è la possibilità di rispondere al telefono. Viene chiesto cortesemente quindi di mandare un’e-mail con i propri riferimenti all’indirizzo: simt.mantova@asst-mantova.it.
Tutti verranno ricontattati al più presto.