A Moglia nasce “Spazio Connessioni”, laboratorio di giustizia riparativa e comunità

MOGLIA – Sarà inaugurato sabato 10 maggio, alle ore 10, il nuovo Spazio Connessioni, un ambiente laboratoriale collocato al primo piano dell’ex Scuola Parrocchiale dell’Infanzia di Moglia. Si tratta di un progetto fortemente voluto dalla Caritas dell’Unità Pastorale, da anni attiva sul territorio con iniziative sociali e di solidarietà.

Negli ultimi anni, la Caritas si è aperta anche al mondo della giustizia riparativa, assumendo un ruolo sempre più rilevante nella promozione di una giustizia dal volto umano, che punta a ricostruire legami sociali e a favorire il reinserimento di chi ha commesso reati. “Spazio Connessioni” nasce proprio con questa finalità: offrire un luogo accogliente, educativo e di prossimità, in cui realizzare progetti utili alla collettività, spesso con il coinvolgimento diretto di persone in affidamento sociale, in messa alla prova o beneficiarie di misure alternative alla pena.

Progetti concreti per una comunità solidale

Tra le attività già avviate grazie a questo approccio figurano l’Orto di Sant’Anselmo di Malcantone, l’emporio solidale, il progetto Il Germoglio dei Piccoli, la cura del verde presso varie strutture parrocchiali e comunitarie di Felonica e Sermide, e molti altri interventi a sostegno del territorio. Anche i locali che ospiteranno Spazio Connessioni sono stati ristrutturati con il contributo delle persone coinvolte nei percorsi di giustizia riparativa. Per garantire continuità e qualità a questo lavoro è stato costituito un gruppo dedicato che segue da vicino i progetti, le persone affidate e, soprattutto, accompagna i detenuti nel difficile passaggio del ritorno alla vita fuori dal carcere.

La pena come occasione di rinascita

“Che cosa può diventare la pena?” – si domandano gli operatori di Caritas. La risposta è chiara: un’opportunità per ricostruire, per ricucire fratture, per tornare a essere parte attiva della comunità. Un concetto espresso anche dalle parole toccanti del vescovo Marco Busca, che recentemente, durante una visita alla Casa Circondariale di Mantova, ha condiviso un gesto simbolico e potente: alcune ostie, prodotte dai detenuti del carcere di Opera, saranno donate a tutte le parrocchie della diocesi e usate per le Prime Comunioni. “Le mani che hanno fatto del male – ha detto il vescovo – oggi lavorano per impastare quel pane che diventa Corpo di Cristo. È un segno tangibile di riscatto, una vera rivoluzione della speranza”.