Abbattuto a Pegognaga un edificio della scuola De Amicis

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Alla scuola De Amicis demolita l'ala di destra

PEGOGNAGA – Demolito a Pegognaga, come da progetto, il fabbricato integrante il plesso scolastico della scuola primaria Edmondo De Amicis, in fase di totale ristrutturazione a seguito del sisma verificatosi, esatti dieci anni or sono, nel mese di maggio 2012. «La demolizione – spiega il sindaco Matteo Zilocchi – si è resa possibile trattandosi di un fabbricato eretto negli anni Settanta, quando la popolazione scolastica era particolarmente elevata. Essendo assai più recente dei due edifici scolastici principali, non soggiace a vincoli storico-architettonici, ai quali soggiacciono invece le ultracentenarie scuole di via Roma». Come si ricorderà, la precedente Amministrazione di centrosinistra avendo calcolato che la costruzione di un nuovo e più idoneo edificio scolastico avrebbe richiesto un minore impegno finanziario, progettava, in un primo tempo, di abbattere le due scuole Vittorino Da Feltre ed Edmondo De Amicis, non rispondendo né alle esigenze di sicurezza abitativa, come ha dimostrato l’evento tellurico, né alle moderne metodologico-didattiche. Sennonché i vincoli storico-architettonici ne hanno impedito l’abbattimento. Di qui il necessario recupero ed adeguamento. L’Amministrazione-Zilocchi, a tale proposito, è riuscita ad ottenere da Regione Lombardia l’aumento della cifra primariamente concessa di 7,6 milioni di euro a 10,7 milioni. «Nei prossimi giorni – prosegue Zilocchi – assieme alla direzione lavori dell’ing. Luciano Corradini dello studio Polaris, incontrerò i dirigenti le ditte che operano sui due cantieri, Bottoli di Mantova, per la E. De Amicis e Arcos di Bologna, per la V. Da Feltre, onde fare il punto della situazione soprattutto al cospetto degli aumenti delle materie prime, che potrebbero interferire sul proseguimento dei lavori». «Prima, due anni di complicazioni da pandemia – annota con disappunto il sindaco – ora, con il perdurare della crisi particolarmente seria dell’assurda tragica guerra in Ucraina, siamo indotti a fare l’impossibile per non fermare la macchina dei lavori pubblici soprattutto quelli destinati ai servizi essenziali».

Riccardo Lonardi