MANTOVA – Stando alle accuse avrebbe favorito, con la complicità di una parente, il compimento di atti sessuali perpetrati ai danni della propria figlia all’epoca minorenne. Una vicenda delicata su cui si era iniziato ad indagare nel 2017 e che risaliva a diversi anni prima. Vittima, una ragazza dell’Est Europa, ora maggiorenne, residente nel bolognese. Secondo le ricostruzioni, la madre avrebbe organizzato con un 55enne mantovano incontri sessuali in cambio di denaro in cui l’amico, oltre ad abusare della giovane, era solito anche filmarla. All’uomo, oltre alle accuse per atti sessuali su minorenne e pornografia minorile, era stata anche contestata la detenzione di materiale pedopornografico in quanto in uno degli hard disk a lui sequestrati gli investigatori avevano rinvenuto quasi 300 immagini ritraenti soggetti molto presumibilmente minorenni. Questa mattina l’epilogo processuale di primo grado. Conclusa l’istruttoria dibattimentale il collegio dei giudici ha quindi condannato entrambi gli imputati: quattordici anni di reclusione e 34mila euro di multa a carico della donna mentre al 55enne sono stati comminati dodici anni e 36mila euro oltre ad una provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro. Il pubblico ministero aveva invece avanzato in requisitoria richieste detentive rispettivamente di 12 e 11 anni di carcere. Quasi scontato il ricorso in appello da parte delle difese una volta lette le motivazioni.
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