CAVRIANA – Un corteo colorato e rumoroso, ma anche determinato: mamme, papà, bambini e alcuni insegnanti – circa 150 persone in tutto – hanno sfilato per le vie di Cavriana per chiedere chiarezza e soluzioni concrete sulla questione delle scuole medie. Una manifestazione pacifica ma decisa, che a colpi di cartelli ironici ha sfidato anche le nuvole minacciose per chiedere al sindaco Matteo Guardini una sistemazione adeguata in vista del rientro a scuola di settembre.
La protesta nasce dalla preoccupazione per l’edificio attuale delle scuole medie, che il sindaco ritiene ancora utilizzabile con alcuni interventi e un’integrazione documentale, mentre i genitori ne chiedono il definitivo abbandono a favore di una sistemazione temporanea presso le scuole elementari, in attesa dello sblocco del nuovo edificio di via Croce Bianca, terminato e collaudato già da fine 2023 ma ancora non utilizzato.
Il corteo è partito da piazzale San Sebastiano e si è diretto verso il municipio, dove i manifestanti hanno chiesto spiegazioni usando un megafono. Ma del sindaco, in Comune, nessuna traccia. Da lì, il gruppo si è spostato verso l’attuale sede delle scuole medie, dove campeggiava uno striscione ironico e amaro: “Io ho già dato, lasciatemi andare in pensione”. Il corteo ha poi raggiunto la casa del sindaco e successivamente la scuola elementare, sulla quale era stato affisso un altro striscione: “Barcollo ma non mollo”. Infine, i manifestanti si sono fermati davanti al nuovo edificio scolastico, già pronto e costato 4 milioni di euro pubblici: lì, lo striscione recitava “Dacci le nostre scuole”.
“Siamo qui a protestare – ha spiegato Giulia Croveglia, portavoce delle mamme – perché non abbiamo risposte ufficiali dall’amministrazione, né dal sindaco né dagli assessori. Mancano 55 giorni all’inizio della scuola e non sappiamo dove andranno i ragazzi. Da quanto abbiamo appreso informalmente, pare che l’intenzione del sindaco sia quella di farli rientrare nel vecchio edificio. Ma quello stabile era già stato definito inagibile dallo stesso Guardini dieci anni fa. È pieno di muffe, con infiltrazioni d’acqua, un locale impianti che si allaga fino al terzo gradino quando piove, un tetto distrutto e una palestra con la rete perché cadono pezzi di muro”.
I genitori propongono invece l’utilizzo temporaneo della scuola primaria, giudicata capiente e adatta con alcuni piccoli interventi: “Lo spazio c’è – ha aggiunto Croveglia – e con lavori minimi si potrebbe fare. Ma il sindaco si ostina con il vecchio edificio. Noi non siamo d’accordo. I ragazzi di Solferino non vogliono neanche entrare in quella scuola. Vogliamo mantenere unito il gruppo classe e i docenti: chiediamo che i ragazzi vengano sistemati temporaneamente alle elementari, in attesa di accedere alla nuova scuola, pronta da mesi, a norma, e per cui abbiamo anche mostrato tutta la documentazione in una riunione pubblica due settimane fa”.
“Non ci sono alternative – ha concluso –. Il sindaco faccia il suo dovere: metta i nostri figli in una scuola sicura, poi apra quella nuova. Giovedì abbiamo chiesto la copia del certificato di agibilità della vecchia scuola, ma non ci è stata consegnata. Sappiamo che i vigili del fuoco sono già intervenuti, e che ci sono prescrizioni. Ma il documento è ancora non visionabile: serve un nulla osta”. Il riferimento è ad un sopralluogo dei Vigili del Fuoco a seguito di un esposto e relativa denuncia, con una serie prescrizioni e richieste di informazioni a cui il Comune deve rispondere entro 30 giorni.
A rincarare la dose è Roberta Massari, madre di una ragazza che inizierà le medie il prossimo anno: “Abbiamo saputo che un alunno è scivolato dalle scale in marmo, bagnate per via delle infiltrazioni. Per andare in bagno, i ragazzi dei piani superiori dovevano passare dalla scala antincendio, anch’essa pericolosa. L’anno scorso, con i temporali, la scuola già ammalorata ha subito ulteriori danni. Un altro bambino ha rischiato grosso, scivolando sulla scala esterna”.
Criticità confermate anche da una docente delle medie, Rossana Guandalini: “Siamo preoccupati per l’incolumità dei ragazzi e anche nostra. Confermo: un alunno è scivolato, in alcuni casi i ragazzi sono stati costretti a passare per la scala antincendio. I calcinacci sono davvero caduti. Nell’aula dove insegno al piano terra gli infissi non tengono: quando piove forte, l’acqua entra in mezza classe. Le collaboratrici scolastiche devono asciugare tutto, altrimenti non posso nemmeno sedermi alla cattedra. L’inverno scorso c’era anche il problema delle caldaie, alcuni ragazzi dovevano restare in classe con le coperte per scaldarsi. Sono intervenuti, sì, ma non sappiamo per quanto reggerà. È una situazione incresciosa. E intanto abbiamo una scuola nuova pronta all’uso, ma chiusa, senza una motivazione reale”.