Il mondo intero piange la scomparsa della Regina Elisabetta II, che si è spenta questo pomeriggio, all'età di 96 anni, nella sua residenza di Balmoral, in Scozia, dove aveva trascorso le vacanze estive.
Da ore ormai l'Inghilterra e non solo era in apprensione per la notizia, comunicata attraverso i canali ufficiali della famiglia reale, sulle fragili condizioni di salute della sovrana.
Bandiera a mezz'asta su Buckingham Palace e un comunicato affisso sui cancelli: "La regina è morta pacificamente a Balmoral questo pomeriggio. Il re e la regina consorte rimarranno a Balmoral questa sera e torneranno a Londra domani."
Un lutto che colpisce davvero il mondo intero perché Elisabetta II, oltre ad essere diventata un'icona, aveva viaggiato moltissimo.
Torino la ricorda per la sua visita nel 1961 quando incontrò Agnelli (leggi qui), ma anche la Granda nel 1959 aveva voluto tributare un omaggio alla sovrana, assegnandole il "Tartufo dell'Anno".
Come ricordato dall'archivio del Centro Studi "Beppe Fenoglio", era tradizione agricola di Langhe e Roero, in occasione di festività e ricorrenze, che il contadino omaggiasse un tartufo importante ad autorità o professionisti. La tradizione è poi stata mantenuta con l'istitutizone della Fiera del Tartufo di Alba e nel 1959 l'azienda albese "Tartufi Ponzio" ne donò uno proprio a Elisabetta Windsor.
Ad inviarle il pregiato tartufo fu il commendatore Roberto Ponzio (1923-2008), uomo e personaggio che ha reso celebre il Tuber Magnatum Pico.
Dalla casa reale avevano risposto con l'invio di una lettera che confermava la ricezione del tartufo inviato dal signor Ponzio, dono "che era stato veramente apprezzato".
Con la scomparsa di Elisabetta II si chiude un'epoca, con la successione al trono di Re Carlo III, d'ora in poi l'Inghilterra dovrà abituarsi a non dire più dire "God Save the Queen".