MANTOVA – Allarme della Caritas, raddoppiate a Mantova le persone bisognose da quando è scattata l’emergenza covid. Cresciuta la richiesta di beni di prima necessita’, cibo, viveri e pasti a domicilio, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette e degli affitti.
A spiegarlo è la direttrice della Caritas diocesana Silvia Canuti che spiega come nelle “prime settimane gli aiuti siano andati soprattutto alle famiglie dei campi rom, sinti e circensi sia a Mantova che a Cavriana e Guidizzolo, oltre duecentocinquanta persone con molti bambini. Poi hanno iniziato ad arrivare le famiglie mantovane e, tra queste, tante quelle che si trovano nel dramma di essere rimaste senza lavoro. Ci sono situazioni tragiche – continua Canuti – come quella di un uomo che durante il ricovero in ospedale ha contratto il covid e, come se non bastasse, gli è arrivata la lettera con cui gli comunicano che non gli verrà confermato il lavoro. Ha una moglie e una bambina”.
Situazioni di grande difficoltà per le quali la richiesta è stata soprattutto di generi alimentari. “Per fortuna abbiamo avuto delle donazioni da parte di aziende ma anche di privati – spiega la direttrice – e abbiamo partecipato e vinto alcuni bandi che ci stanno dando una mano su questo fronte. Ci sono state poi delle iniziative da parte di catene della grande distribuzione come per i buoni alimentari e in alcuni supermercati abbiamo il carrello per la spesa solidale. Ma abbiamo elargito anche tanti aiuti economici per pagare bollette e affitti, la situazione è davvero di grande emergenza, quella con cui ci stiamo misurando è una povertà concreta”
Insieme agli aiuti per i bisognosi, la Caritas mantovana ha dovuto affrontare poi tutte le spese per l‘acquisto dei dispositivi di protezione, basti pensare che solo nell’accoglienza lavorano oltre cento persone. I 35 operatori sono stati sottoposti a test sierologico mentre i volontari al momento non vengono chiamati proprio per tenerli al riparo da possibili contagi.
Le previsioni purtroppo sono quelle di una situazione che nelle prossime settimane è destinata a diventare ancora più pesante. Esattamente come esce dal quadro di un monitoraggio condotto a livello nazionale su 101 centri diocesani di Caritas Italiana ( a cui ha preso parte anche C.A.S.A San Simone) pari al 46% del totale. Anche nel resto d’Italia si conferma il raddoppio delle persone che per la prima volta si rivolgono ai centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza.
Un dato confortante e’ il coinvolgimento della comunita’ e l’attivazione solidale che nel 76,2% delle Caritas monitorate ha riguardato enti pubblici, enti privati o terzo settore, parrocchie, gruppi di volontariato, singoli. Un fiorire di iniziative percepito anche a livello nazionale. A partire da Papa Francesco che ha donato 100 mila euro e dalla Cei che ha messo a disposizione un contributo di 10 milioni dai fondi dell’otto per mille.
A tutto questo si affianca la risposta alla campagna Caritas che ha raccolto finora piu’ di 1,9 milioni da parte di 3.760 offerenti. Oltre alle donazioni di singoli, si registrano quelle di aziende, imprese, comunita’, parrocchie e altre Caritas nazionali.