Amanda Knox condannata a tre anni per calunnia a Lumumba

Tre anni di reclusione, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e pagamento delle spese processuali: si è concluso così per Amanda Knox il processo davanti alla Corte d’assise d’appelo di Firenze per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, nell’ambito della vicenda giudiziaria per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la sera del 1º novembre 2007. Non è stato scritto, però, ancora il capitolo finale della vicenda giudiziaria, perché i difensori della cittadina americana condannata hanno annunciato subito ricorso in Cassazione.

In un memoriale scritto il 6 novembre 2007, prima di essere trasferita in carcere perché accusata dell’omicidio di Meredith insieme al suo fidanzato di allora, Raffaele Sollecito, Knox accusò del delitto Lumumba, all’epoca suo datore di lavoro in un pub perugino. La 36enne statunitense è stata già assolta in via definitiva, insieme a Sollecito, per l’assassinio della studentessa, mentre l’unico condannato a 16 anni in rito abbreviato è stato Rudy Guede. Lumumba, invece, venne definitivamente scagionato dopo aver trascorso in carcere 14 giorni.

Amanda: “Errore giudiziario, sono innocente”

“Una sentenza ingiusta, un errore giudiziario, perché io sono innocente”, le parole con cui Knox, presente in aula, ha accolto la nuova sentenza letta oggi dalla presidente del collegio giudicante, Anna Maria Sacco. Giunta in Italia, da Seattle, accompagnata dal marito Christopher Robinson, la 36enne cittadina statunitense ha lascito, tra le lacrime, il palazzo di giustizia da un’uscita secondaria, senza affrontare i giornalisti della carta stampata e delle televisioni, tanti anche gli americani presenti. Ha lasciato che a parlare per lei fossero i suoi avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati: “Amanda è delusa, amareggiata, sconforta per una condanna ingiusta. Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza entro 60 giorni e sicuramente faremo ricorso contro la condanna in Cassazione”.

“Amanda pensava di poter mettere un punto fermo a questa vicenda – hanno aggiunto i legali – Leggeremo le motivazioni dei giudici con il massimo rispetto, ma quasi certamente quello che giudichiamo un errore giudiziario dovrà essere sanato. Anche il tema del computo della pena dovremo verificarlo. Non ci aspettavamo questo tipo di risposta giudiziale e ci sembrava che la decisione dovesse andare verso l’innocenza, e anche le sue dichiarazioni di oggi confermavano che il reato era insussistente”.

Legale Lumumba soddisfatto: “Amanda non è una vittima”

Soddisfazione per la sentenza di colpevolezza è stata espressa dall’avvocato Carlo Pacelli, legale di Patrick Lumumba, che non era presente in aula: “Questo pronunciamento è assolutamente in linea con tutti i giudicati effettuati da tutte le corti di merito e di legittimità che si sono pronunciate in ordine alla colpevolezza di Amanda Knox per il delitto di calunnia. La nostra aspettativa, quindi, era di conferma della condanna. Patrick è sempre stato ligio a quelle che sono state le sentenze di tutte le corti di giustizia e apprende questa sentenza con soddisfazione, in continuità con quanto da sempre era stato già giudicato. La Corte di assise di appello di Firenze ha ribadito la colpevolezza di Amanda Knox quale autrice del delitto di calunnia. Amanda Knox è la calunniatrice di Lumumba. Amanda non è una vittima, è una calunniatrice“.

Comments are closed.