MANTOVA – Con un’altra interrogazione depositata ad aprile di quest’anno, e dopo quella depositata a novembre 2021, il consigliere regionale M5s Andrea Fiasconaro torna sul tema amianto: «Negli ultimi anni – afferma – sono aumentate le segnalazioni, da parte di persone iscritte al Registro regionale lombardo degli esposti ed ex esposti all’amianto, legate soprattutto alle difficoltà nella programmazione delle visite. Problematiche nate in seguito a interruzioni sia per problemi logistici, poi aggravati dalla pandemia, sia per mancanza di personale.»
Amianto, Fiasconaro (M5S): “Snellire procedure per garantire assistenza ai lavoratori esposti”
«A questo punto mi chiedo a che serva istituire un “Registro dei lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto”, per identificare le persone a cui offrire assistenza, riconoscere casi di malattie professionali e realizzare studi epidemiologici, se poi, come nel caso dei 501 operai mantovani iscritti, di fatto, non viene garantita l’assistenza per le visite mediche.»
«Un problema, quello dell’amianto che va assolutamente monitorato. Soprattutto – aggiunge Fiasconaro – alla luce della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.
Secondo le previsioni di diversi studi, riportati anche nella mia precedente interrogazione, gli effetti a lungo termine delle esposizioni ad amianto degli anni ’60-’70 dovrebbero raggiungere il picco massimo tra il 2021 / 2025. Il mesotelioma maligno, infatti, è un tumore raro la cui latenza è particolarmente lunga (oltre i 40 anni) e per il quale non è identificabile un livello di esposizione sotto il quale sia assente il rischio di ammalarsi.»
«Vi sono testimonianze – prosegue Fiasconaro – che rilevano che alcuni iscritti al Registro non siano ancora stati chiamati per le visite. La casistica di mesotelioma accertati attesta un’età media di 70/73 anni, e quindi parliamo di persone che hanno senz’altro già cessato l’attività lavorativa. A questo si aggiungono, nel territorio della ATS Valpadana, le segnalazioni di disagi, anche di tipo logistico, a causa del fatto che l’UOOML dell’ASST di Cremona sia di riferimento per le visite anche per gli iscritti al Registro degli esposti ed ex esposti di Mantova.
Inoltre, non è detto che la mancanza di segnalazioni, da parte degli utenti, di criticità in merito a chiamate o visite, voglia dire che tutti i nominativi segnalati dall’INAIL e tutti gli iscritti nel Registro degli esposti ed ex esposti siano stati visitati o chiamati per il controllo previsto.»
Per il consigliere pentastellato è, dunque, necessario: «intervenire per snellire alcune procedure burocratiche, alleggerire il carico di lavoro che grava sui medici di medicina generale e garantire, così, i dovuti controlli a tutti coloro che ne hanno diritto e che sono inseriti nel Registro. Come ho sottolineato nella mia replica, a Regione Lombardia, data la carenza attuale di medici di medicina generale e al loro pesante carico di lavoro, aumentato anche a seguito della pandemia, sarebbe opportuno considerare di non veicolare la sorveglianza sanitaria, attraverso di essi. Una soluzione – secondo il consigliere pentastellato – potrebbe essere quella di agevolare i lavoratori in possesso del certificato di avvenuta iscrizione nel Registro, consentendogli di presentarsi, presso gli ambulatori della UOOML territoriale di riferimento, senza la necessità dell’impegnativa del proprio medico di medicina generale. Come sta già avvenendo in alcune ASST lombarde.»
«Un’ulteriore soluzione per ATS Valpadana potrebbe essere lo snellimento di alcune procedure mediche, come effettuare le visite per esposti ed ex esposti ad amianto iscritti al Registro del territorio di Mantova, presso la ASST di Mantova. Mantenendo, al limite, l’analisi dei responsi a carico degli specialisti della UOOML di riferimento di Cremona.»
Se le parole non bastano ci sono anche i dati, che restituiscono il dramma di questo fenomeno sotto forma di numeri e percentuali: «Nella “Relazione Amianto” 2016-2017 di Regione Lombardia, i casi incidenti di mesotelioma (prima diagnosi successiva al 31.12.1999) sono risultati 6.512, pari al 58.0% degli 11.213 segnalati sino a quel momento.
In merito alla casistica raccolta e valutata, il numero totale di “casi sospetti” per i quali la raccolta delle informazioni era stata completata e la valutazione della diagnosi e dell’esposizione era stata portata a termine era di 7.267 (5.981 casi confermati + 1.286 conclusi come “non mesotelioma”). La diagnosi di mesotelioma maligno era stata considerata certa per 4.809 (66.2%), probabile per 468 (6.4%) e possibile per 704 (9.7%).»
«Una diagnosi precoce – conclude Fiasconaro – è fondamentale per individuare eventuali casi di mesotelioma e salvare la vita a chi contrae il tumore.»