MANTOVA – Si è svolta anche a Mantova, come in altre città italiane la manifestazione indetta da alcuni manifestanti dalla comunità bengalese per protestare contro la violenza da parte del governo del Bangladesh contro degli studenti universitari del paese che stanno protestando per eliminare le quote di posti di lavoro riservate ai nipoti dei veterani della guerra d’indipendenza del 1971. Una legge che vorrebbero fosse sostituita con una basata sul merito.
“Fino ad ora il governo Bengalese ha ucciso più di 1000 studenti in meno di pochi giorni – spiega Kamrul Islam Murad della comunità bengalese di Castel Goffredo – e noi protestiamo contro il governo che sta continuando a commettere questo tipo di violenze”.
Circa 200 i manifestanti presenti, che nonostante il caldo domenicale sono scesi in piazza.
Le proteste degli studenti
Proseguono le proteste degli studenti bengalesi nonostante il coprifuoco imposto dal governo. Secondo quanto riportato da alcuni giornalisti di Afp presenti sul posto – riporta Sky Tg 24 – durante le manifestazioni del 20 luglio scorso, la polizia avrebbe sparato colpi di arma da fuoco contro i manifestanti nella capitale Dacca. Almeno una persona sarebbe rimasta ferita. In una settimana ci sarebbero almeno 120 vittime, secondo una stima fatta sempre da Afp su dati di polizia e soccorsi. Almeno 150 sarebbero gli agenti di polizia che sono stati ricoverati in ospedale. Altri 150 hanno ricevuto cure al pronto soccorso.
La legge contro cui protestano
Gli studenti bengalesi stanno manifestando contro un sistema di assegnazione dei posti di lavoro nel settore pubblico che ritengono discriminatorio e che vorrebbero sostituire con uno basato sul merito.
In Bangladesh, una legge degli anni Settanta riserva il 30% di questi posti di lavoro (che sono molto ambiti per via della loro sicurezza e degli ottimi stipendi) ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971. Ogni anno, circa 400mila laureati competono per soli 3mila posti di lavoro.
La decisione dell’Alta Corte che ha scatenato le proteste.
Nel 2018, il governo guidato da Hasina sospese il sistema delle quote in seguito a proteste di massa da parte degli studenti, ma il mese scorso, l’Alta Corte del Bangladesh ha annullato quella decisione in risposta ai ricorsi presentati dai familiari dei veterani, provocando le attuali proteste. La decisione definitiva è rimandata alla Corte suprema che ha sospeso la sentenza dell’Alta Corte che si esprimerà sulla questione il 7 agosto.