MANTOVA – Ristoratori e partite iva in piazza domani a Roma per protestare contro l’operato del governo nella gestione dell’emergenza Covid e chiedere degli indennizzi reali, “calcolati sui danni provocati dalla pandemia che devono andare a tutte le attività danneggiate, non ci può essere una selezione per codici Ateco né è accettabile l’esclusione delle start up”. Così spiega Annarita Nardini, portavoce del movimento spontaneo degli esercenti mantovani che si è costituito nei giorni scorsi e che è già arrivato a contare una ventina di partecipanti.
A Roma, alla manifestazione in piazza San Silvestro, ci sarà anche la presenza mantovana insieme a quella cremonese, l’altro movimento con cui i ristoratori mantovani stanno lavorando in sinergia.
Domani dunque, ultimo giorno prima che l’Italia diventi tutta zona rossa i ristoratori e partite Iva protesteranno, contro quelle che definiscono le “decisioni improvvisate del governo Conte, lontane dalla realtà delle imprese, e che hanno finito per togliere a queste l’ossigeno dopo lunghi mesi di sacrifici. Per non parlare degli indennizzi, anche i 645 milioni di euro appena annunciati da Conte col decreto Natale sono un’ elemosina. Fin per carità non ci sputiamo sopra ma sono assolutamente insufficienti” dicono dal movimento mantovano.
L’iniziativa è organizzata da Mio Italia, Movimento Imprese Ospitalità, da Ristoratori Toscana e da TNI-Tutela Nazione Imprese.
Il movimento mantovano ribadisce l’intenzione già annunciata di fare causa allo Stato per una gestione dell’emergenza che ha finito per mettere in croce i ristoranti. E torna a chiedere anche di poter partecipare ai prossimi tavoli di confronto a livello territoriale, “anche perchè le organizzazioni di categoria si sono spese fino a un certo punto”.
Domani a Roma dunque ma poi i ristoratori non si fermeranno decisi questa volta ad essere loro a presentare il conto a chi considerano responsabile di aver danneggiato le proprie attività con scelte improvvisate, spesso cambiate nel giro di pochi giorni, senza permettere una minima programmazione, proprio come per il Natale quando erano già state ordinate le scorte ma poi è arrivata la decisione: tutta l’Italia zona rossa o meglio “zona nera” come l’hanno ribattezzata i ristoratori.