Anteini (coord. trasporti Pd): “Il Governo Meloni cancella il TPL e nega il diritto alla mobilità”

“La legge di bilancio del Governo Meloni continua a mietere vittime. Oltre a sanità e istruzione, anche il trasporto pubblico locale è sotto attacco. Tre capisaldi fondamentali che riguardano il futuro e che, inutile dirlo, mettono a rischio la tenuta sociale ed economica dell’intero sistema Paese”. E’ questa la denuncia del coordinamento trasporti del Partito Democratico, che parla per voce del responsabile per la Lombardia Sandro Anteini.

“Dietro l’incessante propaganda, che tenta di nascondere la realtà, si cela un preciso disegno di privatizzazione, ignorando che così si comprimono diritti fondamentali previsti dalla nostra Carta Costituzionale – sottolinea Anteini -. Tra questi, il diritto alla mobilità, messo in discussione dalla totale assenza del Ministro dei Trasporti Salvini, che sembra occuparsi di tutto tranne che dei doveri del suo mandato”.

“Da tempo, in Parlamento, il Partito Democratico chiede di intervenire con risorse adeguate per rispondere alle esigenze delle aziende, che devono affrontare investimenti e costi di gestione in crescita, come il rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri. Quest’ultimo settore vede un’occupazione in forte crisi per i bassi stipendi e condizioni di lavoro inaccettabili”.

“Queste richieste non possono essere tacciate di strumentalizzazione politica, poiché trovano conferma nelle proteste delle associazioni di impresa, che ritengono insufficiente lo stanziamento economico previsto per il 2025 (tra l’altro, nemmeno strutturale). Di fronte a tali richieste, le sigle sindacali di categoria sono state costrette a indire uno sciopero nazionale per l’8 novembre. Un disagio che si riflette nell’esasperazione dei cittadini, che vedono ridursi corse e servizi, finendo per dover ricorrere al mezzo privato, in contrasto con qualsiasi politica di mobilità ecosostenibile”.

Per Anteini sono insufficienti i 120 milioni stanziati dal Governo per sostenere il TPL. Occorrerebbe una cifra sei volte superiore, attorno agli 800 milioni, per mantenere gli attuali livelli di servizio, più altri 900 milioni per coprire le cifre necessarie al rinnovo del contratto dei lavoratori del settore.

“Per far fronte, almeno in via emergenziale, alle difficoltà del settore, sarebbero necessari circa 1,7 miliardi di euro – dice Anteini -. Una crisi che tocca tutte le regioni, a prescindere dallo schieramento politico, e che richiede un intervento che rappresenti solo il punto di partenza per uno sviluppo costante e generale dell’intero sistema di trasporto pubblico locale, senza differenze tra aree del Paese”.

“È importante ricordare la trasversalità del trasporto pubblico locale: il suo potenziamento ed efficientamento sono il primo passo per rispondere alla crisi ambientale e per ridurre l’insorgenza di malattie, con conseguente diminuzione dei costi sociali e per la sanità pubblica. Il trasporto pubblico è essenziale anche in termini di sostegno al welfare sociale. A tal fine, è necessario cambiare approccio: occorre partire da una visione globale della mobilità per poi definire le infrastrutture necessarie. Al contrario, oggi si sperperano risorse economiche per progetti come un ponte difficilmente raggiungibile e privo di adeguate infrastrutture di trasporto pubblico. Questa miopia rischia di condannare l’Italia a rimanere la “cenerentola d’Europa”. Il Coordinamento Nazionale dei Trasporti del Partito Democratico, insieme a tutto il Partito Democratico, continuerà questa importante battaglia per il futuro del Paese, al fianco di cittadini, lavoratori e imprese, per invertire immediatamente la rotta e investire in modo consistente e duraturo su uno dei settori più strategici per uno sviluppo eco-sostenibile. L’obiettivo è migliorare la qualità e la vivibilità delle nostre città, affinché l’Italia diventi un paese all’avanguardia in Europa”.