Arriva la banca del plasma iperimmune. Il progetto grazie alla sperimentazione di Mantova e Pavia. Mortalità ridotta al 6%

MILANO – La sperimentazione con il plasma iperimmune per i malati di covid è finita e visti i suoi risultati importanti ora il trattamento può essere adottato in tutta la Lombardia come nel resto del Paese. E’ quanto emerso oggi durante la conferenza stampa a Milano in cui sono stati illustrati i risultati della sperimentazione portata avanti all’ospedale Carlo Poma di Mantova, in collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia, che è stato capofila della sperimentazione. Sono stati arruolati 46 pazienti tra Pavia e Mantova (uno a  Novara)
“Tutto ha inizio il 17 marzo – ha spiegato Carlo Nicorda, direttore generale Policlinco San Matteo di Pavia, quando i numeri del coronavirus in Lombardia e in Italia erano drammatici”. L’8 maggio la sperimentazione ha avuto termine.
E’ stato poi Fausto Baldanti, Direttore dell’Unità di Virologia del Policlinico San Matteo a spiegare che “l’obiettivo principale della sperimentazione era la riduzione della mortalità in un momento in cui questa, per i pazienti ricoverati in ventilazione assistita era mediamente del 15%. Con il plasma iperimmune la mortalità è stata ridotta al 6%: dunque per un decesso atteso ogni 6 pazienti, si è verificato un decesso ogni 16 pazienti. I parametri respiratori misurati a livello biochimico sono migliorati, le immagini radiografiche anche in maniera significativa nella prima settimana e contestualmente i parametri che indicano il livello di infezione sono diminuiti al termine della prima settimana di terapia col plasma”.
Baldanti ha spiegato anche come è avvenuta la ricerca dei cosiddetti anticorpi neutralizzanti. ” Si è preso il siero di pazienti che avevano superato l’infezione e abbiamo visto che aggiungendolo alle colture cellulari, la distruzione cellulare veniva fermata. Ma bisognava stabilire di quanto siero ci fosse bisogno all’interno dei singoli pazienti: il cosiddetto” titolo”, quale quindi diluizione del siero era ancora in grado di distruggere il virus in coltura. Servivano “titoli” estremamente elevati. E’ stato così caratterizzato il plasma dei guariti sul potere di neutralizzazione che il plasma stesso aveva”.
Cesare Perotti, Direttore del Servizio di Immunoematologia sempre del Policlinico San Matteo, ricordando il grande valore di questa terapia perchè è soldale, ha spiegato che innanzitutto ci si è posti l’obiettivo di garantire sicurezza donatore. Una volta rintracciato il donatore si è proceduto alla raccolta: in circa 30-40 minuti si ottengono 600 ml di plasma (che serve per due malati)”:
I risultati importanti che si sono visti subito con la sperimentazione sono stati evidenziati dal direttore generale dell’Asst di Mantova Raffaello Stradoni che ha dichiarato: le prime quattro sacche arrivate da Pavia hanno fatto la differenza: i clinici si sono trovati di fronte a qualcosa che cambiava davvero l’evolversi della malattia”. Poi Stradoni ha spiegato che grazie all’ottimo lavoro del centro trasfusionale di Mantova è stata raccolta una grande quantità di sacche, anche con l’importante ausilio dell’Avis, e questo ha permesso di raggiungere i dati finali della sperimentazione. E’ un trattamento molto efficace e ringrazio chi ci ha consentito di agganciarci a questo progetto”.

Il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha spiegato come il ministro della Salute Speranza abbia confermato l’interesse del governo a proseguire con questo progetto. Punti di riferimento sperimentatori saranno l’Università di Pavia e quella di Pisa. Pavia vedrà come con ulteriori soggetti sperimentatori Mantova, Brescia e Bergamo. Va dato il merito a Pavia e Mantova che per primi hanno portato avanti questa sperimentazione e l’hanno portata a compimento – ha detto Fontana – Ciò accende una grandissima speranza per la cura del virus e voglio ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro contributo per questa importante sperimentazione. Ricordo tra l’altro che il protocollo predisposto da Pavia è stato chiesto e seguito da altre realtà nel mondo”.
Ha chiuso la conferenza stampa  l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera: “E’ per noi uno straordinario orgoglio, siamo l’unica regione in Italia che ha un protocollo strutturato e che ha dei risultati – ha detto – Ciò che abbiamo fatto è a disposizione del Paese, ma l’abbiamo fatto qui, siamo l’unica regione che ha dei risultati tracciati”
“La nostra ricerca e l’utilizzo di un test sierologico che ha come focus gli anticorpi neutralizzanti ha proprio la grande funzione di individuare il plasma iperimmune -ha proseguito l’assessore – La strada scelta è quella dettata dalla scienza. Alla luce di questi risultati oggi lanciamo la Banca del plasma iperimmune, sarà definito un protocollo e inizieremo a fare la raccolta del sangue e quindi del plasma. Tutte le Asst richiameranno le persone ricoverate e guarite, saranno fatti gli oportuni accertamenti e a quelle che saranno giudicate idonee verrà chiesto di donare il plasma. Lo stesso faremo con il secondo slot di persone, quelle che risultano con test sierologici positivi tra le categorie che l’Ats e Asst stanno testando in questi giorni. Poi coinvolgeremo l’ Avis concentrandoci sulle aree delle regione più colpie dal covid. Con ii donatori quindi di Bergamo, Brescia e Cremona, nel momento in cui fanno la donazione, verificheremo se hanno le caratteristiche per donare il plasma. L’obiettivo – ha concluso Gallera – è estendere la sperimentazione su un numero ampio di malati, in tutta la regione. Il plasma deve diventare uno strumento di cura di molti malati.
La sperimentazione di Mantova e Pavia giovedì sarà sottoposta al vaglio degli organismi scientifici internazionali per la pubblicazione.