«Arruolati nella resistenza». 34enne curdo minacciato da connazionali, ma potrebbe essere una questione di soldi

MANTOVA – «Arruolati nelle forze della resistenza». Questa la minaccia che quattro connazionali avrebbero rivolto ad un cittadino turco di etnia curda, B.H. di 34 anni. Il quale, ieri mattina, dopo essersi rifugiato in una gelateria di Cittadella per sfuggire al pestaggio, ha fatto ricorso alle forze dell’ordine, denunciando l’accaduto. Una storia dai confini poco chiari, in cui la delinquenza si mescolerebbe, forse in maniera non del tutto veritiera, alla resistenza curda alle bandiere nere dell’Isis.

L’allarme arriva nella mattinata di ieri da una gelateria del centro. Il 34enne, con un italiano stentato, chiede aiuto alla sala operativa della Questura riferendo di essere riuscito a divincolarsi e a fuggire dalla propria abitazione, dove poco prima era stato aggredito da quattro connazionali, rimasti in casa ad attenderlo. La Centrale Operativa della Questura, vista la gravità della situazione, invia immediatamente, in aiuto dello straniero, oltre alle volanti, gli uomini della DIGOS i quali, dopo averlo contattato e raccolto le sue dichiarazioni, decidono di fare irruzione nell’appartamento con il supporto degli agenti della squadra mobile e della volante. All’interno dell’abitazione vengono effettivamente trovati, bloccati e identificati i presunti assalitori: tre cittadini turchi di etnia curda ed un cittadino russo.

Gli investigatori a quel punto decidono di sottoporre immediatamente a perquisizione l’appartamento, all’interno del quale trovano tre bastoni di grosse dimensioni. Condotti in Questura per i necessari accertamenti, sorprendentemente i quattro forniscono una versione dell’accaduto completamente diversa da quanto riferito dalla vittima. Dal racconto emerge infatti che il gruppo avrebbe lasciato la Francia per dirigersi in Italia con l’obiettivo di rintracciare il 34enne, sparito portando con sé l’ingente somma di 15.000 euro; una missione di carattere economico, dunque, quella dei connazionali, arrivati a Mantova con lo scopo di “convincerlo” a restituire il denaro sottratto.

Due versioni della storia per certi versi in contrasto, sulle quali ora gli inquirenti tenteranno di fare chiarezza. La vicenda potrebbe riferirsi ad una ancora oscura attività criminosa di recupero crediti, anche se tutte le ipotesi sono tuttora al vaglio della DIGOS; oltre a ciò, sono in corso accertamenti anche da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura in merito alla posizione di tutti i soggetti coinvolti sul territorio nazionale e nell’Area Schengen.