Assistenza domiciliare, Fp Cgil Mn: “Centinaia di operatori senza tutele e a rischio contagio”

MANTOVA – C’è un esercito di centinaia di operatori sul territorio mantovano attivi nei servizi e nell’assistenza a domicilio a favore di soggetti fragili, anziani e disabili che, nel contesto drammatico di quest’emergenza sanitaria, lavora silenziosamente operando in condizioni a dir poco difficili. Soprattutto oggi che il numero dei contagi anche fra le persone ‘fragili’ seguite a domicilio è sempre più elevato.

Sono al servizio di cooperative e svolgono un servizio essenziale, ma si muovono senza quelle “comodità” che possono esserci all’interno di una rsa: la maggior parte non ha una sede di lavoro da utilizzare come ‘base’ per vestirsi, fare la doccia e sanificarsi dopo i servizi e spesso sono costretti a raggiungere con le loro auto i domicili dove prestano assistenza, “spesso pagati a minuti di servizio – denuncia Magda Tomasini di Fp Cgil Mantova che vuole portare luce su questo problema – senza riconoscimento nemmeno del tempo di percorrenza fra le varie abitazioni che seguono e ai quali garantiscono servizi essenziali”. Inoltre, prosegue Tomasini “devono portarsi le divise a casa per il lavaggio e la sanificazione, perché a loro non viene garantito neppure questo tipo di servizio basilare: “Devono recarsi presso le sedi delle loro cooperative di appartenenza – aggiunge Tomasini – e ritirare tutto il materiale necessario”.

Le condizioni in cui lavorano questi operatori sono poco note, ma svolgono un servizio fondamentale a favore di soggetti in condizioni di fragilità e difficoltà. Non si sono fermati mai un attimo operando in scarsa sicurezza in un contesto di emergenza sanitaria come quello attuale “con la paura – aggiunge la sindacalista Cgil – di essere contagiati e di contagiare, a loro volta, i loro cari”. Fp Cgil chiede per questi operatori sicurezza: “Anche per loro – dice Tomasini – chiediamo a gran voce dispositivi di protezione individuale in abbondanza perché le segnalazioni che ci arrivano dagli stessi operatori sono di una scarsissima disponibilità di questi dispositivi”.

Le grida d’aiuto che arrivano dal ‘fronte’, poi, sono drammatiche: “Qualche giorno fa, addirittura, un’operatrice – prosegue Magda Tomasini – mi raccontava di una fornitura di 10 mascherine al mese e nessun altro dispositivo di protezione individuale previsto. Una cosa inaccettabile, perché gli utenti al domicilio non sono sotto controllo con tamponi e quindi i dpi devono essere sempre presenti, completi ed abbondanti per ridurre il rischio di contagio e trasmissione”. Oltre a ciò Fp Cgil Mantova chiede per gli operatori formazione continua, sostegno psicologico e screening, garanzia sul lavaggio delle divise, sedi di lavoro dove cambiarsi e sanificazione delle auto utilizzate per gli spostamenti. “Regione Lombardia e Ats – conclude Tomasini – devono rivedere la gestione di questi servizi indispensabili con i giusti riconoscimenti economici, dando risorse per aumentare la qualità dei servizi”.