Assistenza domiciliare integrata (ADI): nel mantovano prese in carico 9.000 persone

MANTOVA  – L’assistenza domiciliare integrata (ADI) è un servizio gratuito che viene erogato al domicilio e che ha la finalità di rispondere ai bisogni specifici di persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse. In ottemperanza ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’ADI assicura alla persona la possibilità di essere assistita nella propria casa, attraverso percorsi di cura personalizzati, definiti a fronte di una valutazione semplice (triage) o multidimensionale, effettuata in relazione al livello di complessità dei bisogni rilevati.

Il Servizio di Cure Domiciliari può essere attivato dal Medico o Pediatra di famiglia, oppure dal Medico ospedaliero per le persone che devono essere dimesse a seguito di un ricovero e che necessitano di una continuità delle cure attraverso una presa in carico territoriale.

Le cure domiciliari, garantendo alle persone il “Diritto alla continuità di vita nel proprio contesto famigliare” rivestono un ruolo fondamentale nell’ambito dei percorsi di dimissioni protette, definiti dalle ASST e finalizzati alla presa in carico precoce di situazioni ad alta complessità assistenziale; inoltre, in questi mesi estivi rappresentano un valido supporto per i soggetti più fragili – che, come noto, sono quelli maggiormente esposti ai rischi correlati al caldo – e conseguentemente per le loro famiglie.

Erogano le cure domiciliari Enti pubblici e privati, accreditati e a contratto con ATS Val Padana che, nel 2022, hanno preso in carico circa 16.000 persone, di cui 3.000 residenti nel territorio Cremasco, 4.000 in quello Cremonese e 9.000 nella provincia di Mantova, raggiungendo l’8,5% della popolazione ultrasessantacinquenne di ATS Val Padana.

Dall’analisi dei dati relativi alle prestazioni erogate nel 2022 nell’ambito dell’ADI in ATS Val Padana, emerge che nel 48% dei casi queste sono rappresentate da prelievi ematici, nel 28% da interventi mono-professionali (per lo più infermieristici o fisioterapici di bassa intensità assistenziale) e nel 10% da prestazioni legate all’emergenza Covid (tamponi orofaringei). Inoltre, la stessa analisi ha evidenziato che all’interno dei percorsi domiciliari la figura infermieristica è stata coinvolta maggiormente laddove era presente il bisogno di medicazioni (ulcere venose, da decubito, piede diabetico) e che il 14% delle persone prese in carico ha ricevuto più di tre accessi settimanali, effettuati da figure professionali diverse: infermiere, fisioterapista, Ausiliario Socio Assistenziale (ASA) e Operatore Socio Sanitario (OSS).

Nel territorio dell’ATS il numero delle persone prese in carico con le cure domiciliari è aumentato negli anni e si è passati, infatti, dal 7,3% nel 2019 all’8,5% del 2022. Si tratta, peraltro, di un dato destinato a crescere ulteriormente, per effetto del potenziamento dell’offerta domiciliare sostenuto dal PNRR che ha, tra gli altri, proprio l’obiettivo di estendere la presa in carico attraverso l’ADI fino a raggiungere, nel 2025, il 10% degli ultrasessantacinquenni.

“Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma in linea con i dati demografici del nostro territorio – afferma Salvatore Speciale, Direttore del Dipartimento della Programmazione per l’Integrazione delle Prestazioni Sociosanitarie con quelle Sociali (PIPSS) di ATS – tenuto conto che circa un quarto della popolazione (24,7%) è data da ultrasessantacinquenni e che l’indice di vecchiaia – ossia il rapporto tra persone di età superiore ai 65 anni e persone in età compresa tra i 15 e i 65 anni – in ATS Val Padana è pari a 199, ben superiore al valore regionale  di 182”.

“Rappresenta una sfida importante ed un traguardo anche di civiltà, garantire alle persone più fragili che possono essere assistite al proprio domicilio, vicine ai loro affetti e in continuità con le loro abitudini di vita, una presa in carico integrata ed interventi modulati in risposta agli specifici bisogni – dichiara Carolina Maffezzoni, Direttore Sociosanitario di ATS Val Padana –. Il nostro territorio dispone, peraltro, di un’ampia gamma di servizi, spesso anche organizzati in filiera, capaci di rispondere in maniera complementare ai bisogni delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, accompagnandole lungo il ciclo di vita. In questi prossimi anni, pertanto, il nostro sistema sociosanitario si troverà ad affrontare, tra gli obiettivi più sfidanti, quello di potenziare la propria capacità di presa in carico delle persone anziane e con minori livelli di autonomia nel loro contesto di vita, in una logica di prossimità e di qualità della vita stessa, assicurando la personalizzazione dei piani di cura e potendosi avvalere anche del supporto della telemedicina”.

 ISTRUZIONI PER L’USO

A chi si rivolge l’ADI

A tutte le persone residenti in Regione Lombardia, senza limitazioni di età e di reddito, che necessitano di assistenza domiciliare e che presentano le seguenti caratteristiche:

  • una situazione di non autosufficienza parziale o totale di carattere temporaneo o definitivo;
  • una condizione di impossibilità a deambulare e di non trasportabilità presso presidi sanitari ambulatoriali;
  • una rete familiare formale e/o informale di supporto;
  • condizioni abitative che garantiscano la praticabilità dell’assistenza.

È prevista la possibilità di accedere alle Cure Domiciliari anche per le persone non residenti in Lombardia – nel rispetto della normativa vigente in tema di compensazioni interregionali – e per gli stranieri non iscritti al Sistema Sanitario Nazionale, in osservanza alla normativa in materia di erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie.

Come attivare l’ADI

L’attivazione delle cure domiciliari avviene con prescrizione, su ricettario regionale, del Medico di Medicina Generale/Pediatra di Famiglia, il quale – oltre ad attivare l’assistenza – viene coinvolto nella pianificazione delle risposte sociosanitarie domiciliari. Può essere attivata anche in seguito ad una dimissione protetta ospedaliera, in questo caso su richiesta del Medico ospedaliero.

La prescrizione del Medico deve pervenire all’ASST di riferimento per il Comune di residenza del cittadino, attraverso diverse modalità: via e-mail, tramite piattaforma informatica, oppure tramite consegna diretta da parte del cittadino (o di un suo familiare) presso i servizi delle ASST di Crema, di Cremona e di Mantova.

La richiesta viene sottoposta ad una valutazione multidimensionale sociosanitaria per definire l’appropriato percorso assistenziale e, con esso, il numero e la tipologia di accessi settimanali, nonché le diverse figure sociosanitarie coinvolte.

I percorsi domiciliari sono personalizzati in relazione ai diversi bisogni di assistenza domiciliare. L’assistenza è garantita tutti i giorni (anche il sabato e la domenica) ed è erogata dal personale degli Enti accreditati: infermieri, professionisti della riabilitazione, Operatori Socio Sanitari, ecc.

DOVE RIVOLGERSI

Sono di seguito riportati i riferimenti dei siti internet delle ASST, dai quali è possibile accedere anche alle rispettive informazioni di dettaglio dei servizi offerti e a tutti i contatti specifici.

 

 

ASST DI MANTOVA

Asola – Via Schiantarelli, 3 – presso la Casa di Comunità

Bozzolo – Via XXV Aprile, 71 – presso la Casa di Comunità

Goito – SS Goitese, 313 ­– presso la Casa di Comunità

Mantova – Via Trento, 6

Ostiglia – Via Belfanti, 1 ­

Suzzara – Via Cadorna, 2

Viadana – Largo De Gasperi, 7 – presso la Casa di Comunità

 

 

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