MANTOVA – Sono stati 206 gli studi clinici condotti dai professionisti di Asst negli ultimi 5 anni: 31 nel 2024 e 2022, 29 nel 2023, 35 nel 2021, 49 nel 2020. Un’attività intensa e preziosa per l’azienda, presentata lo scorso 29 ottobre al settimo convegno annuale sulla ricerca di Asst che si è svolto al Mamu di Mantova con l’obiettivo di mostrare alcune delle principali sperimentazioni portate avanti.
L’evento, coordinato dal servizio Biostatistico di Asst, ha visto l’intervento di molti professionisti delle strutture di Riabilitazione Specialistica Neuromotoria di Bozzolo, Pediatria di Asola, Rems, Otorinolaringoiatria, Chirurgia Generale, Medicina Generale Mantova, Neurologia, Oncologia, Immunoematologia e Medicina trasfusionale.
Il numero più consistente di studi si è concentrato nel 2020, a seguito delle numerose esigenze di ricerca emerse durante la pandemia. La maggior parte delle sperimentazioni hanno interessato il Dipartimento Medico (68), a seguire il dipartimento di Neuroscienze (28), il Materno-Infantile (20), il Cardio-Toraco-Vascolare e Ortopedico (entrambi 16), i Servizi (15). Tutti i dipartimenti hanno comunque contribuito a questa attività di grande valore, che qualifica Asst Mantova.
Fra gli studi realizzati in questi anni, ne sono stati presentati alcuni che spaziano su diverse tematiche. Si è indagato sui vantaggi della radiofrequenza quadripolare in pazienti con pregressa neoplasia mammaria, sulle possibilità d’uso di una pedana robotizzata per la riabilitazione dei disturbi dell’equilibrio nella malattia di Charcot-Marie-Tooth, sulle difficoltà diagnostiche dall’età neonatale all’adolescenza nel caso di ipotiroidismo centrale, sui benefici della terapia intratimpanica nella malattia di Ménière, sugli studi riguardanti i vaccini COVID 19, sulla malattia oncologica.
Sono stati presentati gli esiti di un trattamento psicoterapeutico di una paziente afferente alle Rems, dell’intensità assistenziale e i modi per valutarla in previsione di una migliore organizzazione dei servizi. Si è fatto il punto sugli studi relativi al plasma iperimmune, sui fattori predittivi di recidiva dopo chirurgia curativa per cancro del colon.
L’accesso a terapie innovative può essere di grande vantaggio per i pazienti inseriti nelle ricerche, soprattutto nel caso abbiano fallito terapie standard, e nello stesso tempo vengono assicurate all’operatore sanitario maggiori opzioni rispetto a linee guida passibili di miglioramento. I pazienti, inoltre, durante uno studio clinico sono monitorati con la garanzia di un alto standard di sicurezza nel trattamento della patologia.
La ricerca clinica alza poi la reputazione e l’attrattività verso la struttura sanitaria, che è vista come un ente che non si accontenta della normale pratica clinica, ma è alla ricerca delle migliori innovazioni terapeutiche per la cura dei pazienti.
















