Ats Valpadana-Rsa: oltre due anni d’intesa nella lotta alla pandemia

MANTOVA – Ad oltre due anni dall’inizio della pandemia da Sars-Cov-2 e lasciato alle spalle lo stato di emergenza nazionale, concluso il 31 marzo scorso, è tempo di tracciare un primo bilancio delle azioni che le RSA mantovane hanno messo in atto in collaborazione con ATS, in particolare attraverso la campagna vaccinale anti Covid-19 per ospiti e operatori, che, senza dubbio, ha rappresentato la chiave di volta – in termini di prevenzione e riduzione dell’impatto su ricoveri e mortalità – nel contrasto alla pandemia.

Avvalendosi della collaborazione e del sostegno di ATS della Val Padana e di ASST Mantova, le RSA si sono attivate con grande sollecitudine per organizzare, in modo attento e scrupoloso, le campagne vaccinali a favore dei propri ospiti.

Grazie al dialogo costante e costruttivo con le istituzioni sanitarie locali e al considerevole impegno dei propri operatori, le RSA hanno consentito agli anziani accolti di essere tra i primi a ricevere le tre dosi di vaccino e, dallo scorso mese di aprile, anche la dose “second booster” (cosiddetta “quarta dose”), fortemente raccomandata; in particolare, nelle RSA mantovane la somministrazione della dose “second booster” risulta interessare già il 91% degli ospiti candidati a riceverla (gli eleggibili sono 1.959 ed hanno ricevuto la “quarta dose” 1.869 ospiti). Il dato (condizionato anche dalla presenza di focolai recenti in alcune strutture, che non hanno consentito la somministrazione) risulta tra i più alti in Lombardia, anche se permane la necessità di completare la copertura ed auspicare un suo incremento – tra le persone eleggibili – anche a livello comunitario.

Decisiva è stata la capillare opera di informazione svolta dagli operatori delle RSA nei confronti degli ospiti e dei loro familiari/Amministratori di sostegno, al fine di illustrare i vantaggi derivanti dai vaccini, di gran lunga preponderanti rispetto ai rischi.

E proprio i fatti hanno confermato l’efficacia della vaccinazione: all’interno delle strutture si è infatti avuto evidenza che il rischio di evento grave o di morte correlato al COVID-19 in chi ha ricevuto il ciclo completo di vaccino è inferiore rispetto ai non vaccinati e che l’eventuale positività al virus nei vaccinati può essere curata, nella stragrande maggioranza dei casi, nei loro ambienti di vita – e pertanto in RSA – senza il ricorso all’ospedalizzazione. Inoltre, i nuovi farmaci, ed in particolare gli anticorpi monoclonali – messi a disposizione dal servizio sanitario – hanno fornito anche ai medici delle RSA un ulteriore strumento per affrontare i casi a maggior rischio.

Vale inoltre la pena precisare che nelle RSA l’attenzione alla prevenzione di alcune malattie non si esaurisce con il COVID-19, ma sta consolidandosi anche rispetto ad altre patologie che, negli anziani, potrebbero avere un’evoluzione più grave rispetto al resto della popolazione. Ci riferiamo in particolare al virus dell’influenza stagionale, al virus dell’Herpes zoster (causa del cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio) e al batterio pneumococco responsabile anche di polmoniti gravi. Le RSA mantovane, si stanno dunque impegnando nell’opera di vaccinazione anche per questi patogeni, grazie al lavoro di medici e infermieri, da sempre in prima linea nel contrasto alle infezioni correlate all’assistenza. È, del resto, motivo di grande soddisfazione per ATS l’adesione all’ultima campagna antinfluenzale che, nelle RSA del mantovano, ha raggiunto il 73% delle persone ospitate.

Vogliamo qui sottolineare che, grazie agli esiti positivi della campagna vaccinale e alla conseguente attenuazione della pressione pandemica, i familiari degli anziani ospiti hanno avuto la possibilità di accedere in maniera più agevole alle strutture, e seppure nel doveroso rispetto delle regole per la limitazione dei contagi, di incontrare i propri cari in una cornice di ritorno ad una “normalità” fatta anche di relazioni e di scambi affettivi.

Questo importante traguardo di superamento dello stato di emergenza pandemico deve essere salvaguardato e difeso con ogni mezzo o strumento utile, in primis, tenendo presente che, sia pure in un ri-conquistato contesto di maggiori aperture e di correlate semplificazioni organizzative, la guardia nelle RSA non può e non deve essere ancora abbassata, dal momento che non è cessata la circolazione del virus.

Serve inoltre mantenere ancora costante l’impegno di ATS della Val Padana a proseguire sia nei compiti di prevenzione, vigilanza e controllo, sia nel confronto tecnico e di auditing con le Strutture del proprio territorio.

Durante tutta la pandemia, ATS e RSA – nel rispetto dei reciproci ruoli – hanno collaborato strettamente per far fronte alle difficoltà emergenti veicolate dal virus; tra le azioni condivise e già sostenute, si annoverano due percorsi formativi promossi ed attivati da ATS Val Padana rivolti al personale delle strutture sociosanitarie sulle tematiche correlate al Covid-19, ed una terza edizione, aggiornata in relazione ai nuovi scenari epidemiologici,  già programmata e di prossima realizzazione.

La collaborazione costante e continuativa tra RSA ed ATS, unitamente alla comune volontà di ricercare le necessarie sinergie hanno rappresentato, nella difficile gestione della pandemia, gli strumenti atti a contenere e superare le insidie portate dal virus.