Aumento tariffe mensa a Marmirolo, la minoranza all’attacco: “delibera illegittima”

MARMIROLO – La minoranza consiliare in Comune a Marmirolo solleva dubbi sulla legittimità del provvedimento che ha portato all’aumento delle tariffe della mensa scolastica deliberato dalla Giunta il 2 settembre 2025, con effetto già dall’inizio dell’anno scolastico.
L’opposizione di centro destra sostiene che la delibera adottata dall’Amministrazione non rispetta i termini e le modalità previste dalla normativa vigente in materia di bilancio degli enti locali.

Secondo quanto riportato in una interrogazione consiliare firmata dai quattro consiglieri di opposizione (prima firmataria la capogruppo Roberta Gaburri) l’aumento delle tariffe – che porta il costo del pasto da 4 euro a 5,71 euro per le famiglie con Isee superiore a 6.500 euro, e a 2 euro per quelle con Isee inferiore o uguale – non sarebbe conforme alla legge, in quanto adottato oltre la scadenza del 31 luglio, termine previsto per la verifica degli equilibri di bilancio da parte del Consiglio comunale.
La contestazione si basa in particolare sull’articolo 193 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), che consente agli enti di modificare tariffe e tributi entro il 31 luglio, in occasione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. La minoranza evidenzia come la delibera di Giunta n. 118 del 2 settembre sia arrivata fuori tempo massimo, e per di più senza che vi fosse alcun passaggio consiliare legato alla verifica degli equilibri o alla fase preparatoria del bilancio di previsione 2026-2027.

I consiglieri di minoranza ricordano come l’aumento gravi sulla quasi totalità delle famiglie mamirolesi, la maggior parte delle quali ha un reddito (Isee) superiore alla soglia di 6.500 euro. Non a caso, l’aumento ha suscitato forti malumori sfociati in una raccolta firme che ha coinvolto circa 400 genitori, chiedendo una revisione immediata delle nuove tariffe. L’interrogazione si chiude con una richiesta formale al sindaco e alla giunta: “È possibile ritenere valida la delibera in oggetto?” Ora si attende una risposta ufficiale da parte dell’Amministrazione comunale, che dovrà chiarire le motivazioni del provvedimento e la sua aderenza alle disposizioni normative. Intanto, il tema resta caldo mentre i malumori delle famiglie aumentano.