MANTOVA – “La tanto attesa apertura della Torre della Gabbia, i cui lavori di recupero sono iniziati nel 2017 e sono costati all’amministrazione comunale 2,3 milioni di euro rischia di diventare una tragicommedia”. Ad affermarlo è il consigliere comunale di opposizione Pierluigi Baschieri (Forza Italia), che prosegue: “Dopo ben sette annunci, tutti puntualmente rimandati, adesso il comune fissa la conclusione dei lavori per la data del 30 novembre. E’ l’ “app cantieri” recentemente messa disposizione dalla stessa amministrazione a certificare che lo stato d’avanzamento dei lavori è al 97%, i tempi di riqualificazione hanno raggiunto il record dei 77 mesi e che teoricamente si potrebbe finalmente inaugurare il belvedere più alto della città”.
“Peccato che la realizzazione della copertura dell’impianto di risalita, dispositivo necessario per consentire di aprire e chiudere automaticamente il tunnel da cui sale e scende l’ascensore, affidato alla ditta Fabbri Park Srl nel luglio del 2022 sia un intervento da considerarsi non ancora concluso – osserva il consigliere azzurro -. Ma i problemi tecnici, seppur complessi sono sempre risolvibili, le difficoltà per programmare un vero e proprio taglio del nastro e vedere i primi turisti salire sulla torre che si innalza in via Cavour al civico n.102 sono tutte legate al contenzioso in essere con i condomini di Palazzo Cadenazzi. Diatriba tenuta gelosamente secretata dall’avvocatura dell’ente comunale e dallo stesso assessore Nicola Martinelli che interrogato pubblicamente in più occasioni non vuole rilasciare indiscrezioni”.
“Non stiamo parlando di un segreto militare e nemmeno di dati sensibili di pazienti ospedalieri, stiamo solo cercando di comprendere se il recupero della Torre dopo sette anni di spot politici e dopo qualche milione di euro speso possa tramutarsi nella tanto attesa apertura alla città – prosegue – Questo centrosinistra ha fatto un grosso errore, non rispettare il rogito di vendita del 1987 nel quale era esplicitato chiaramente che l’accesso al bene monumentale doveva avvenire esclusivamente dall’esterno di Palazzo Cadenazzi, quindi lato strada. L’acquirente, in questo caso il comune, ha fatto esattamente l’opposto andando prima ad acquistare un immobile all’interno del condominio per farlo diventare il punto d’accesso principale della torre e poi ha iniziato i lavori senza condividerli con i proprietari degli immobili”.
“Tutti sanno come vanno le assemblee condominiali, evidentemente tranne questo Comune – conclude Baschieri -. Senza condivisione e senza una delibera si può bloccare tutto. Visto il rischio di aver buttato dalla finestra, anzi dalla torre, qualche milione di euro senza raggiungere lo scopo finale , è impossibile non chiedere all’assessore Martinelli ed al Sindaco Palazzi se il tentativo di conciliazione messo in piedi con i residenti di Palazzo Cadenazzi abbia trovato soluzione oppure dobbiamo prepararci alle aule del tribunale ed ai templi biblici della giustizia”.