Cane lievemente positivo al coronavirus. Notizia ufficiale da Hong Kong ma no a inutili allarmismi

Cane lievemente positivo al coronavirus. Notizia ufficiale da Hong Kong ma no a inutili allarmismi

ROMA – Il cucciolo di cane di un uomo che ha contratto il coronavirus a Hong Kong è stato messo in quarantena dopo che il test effettuato sull’animale è risultato ”lievemente positivo”. Lo hanno reso noto le autorità del governo di Hong Kong annunciando che verranno effettuati ulteriori esami sull’animale per verificare se effettivamente ha contratto il virus o se si tratta di una ”contaminazione ambientale della bocca e del naso del cane”.
L’animale non presenta sintomi significativi, ma in via precauzionale è stato posto in quarantena per due settimane in un rifugio che non ha ospiti altri quattrozampe. Le autorità di Hong Kong hanno deciso di mettere in quarantena anche tutti gli animali domestici che vivevano con persone contagiate.
Come sottolineato dal Dipartimento dell’Agricoltura, della Pesca e della Conservazione (AFCD) di Hong Kong allo stato attuale, “non ha prove del fatto che gli animali da compagnia possano essere infettati o possano essere una fonte di infezione per le persone”.
A tal proposito l’invito che arriva da più parti dalla comunità scientifica è di dare alla notizia il giusto peso, attendendo tutti gli esiti, senza alimentare psicosi che non hanno ragione di essere.
Proprio per questo due delle più autorevoli agenzie di stampa italiane, l’Agi (Agenzia Giornalistica Italia) e l’Adnkronos hanno approfondito l’argomento con Cnr e Federazione Nazionale Ordini Veterinari (FNOV).
L’Agi lo ha fatto con Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia che ha così commentato la notizia: “Non abbiamo precedenti di coronavirus trasmessi dall’uomo agli animali domestici, cani o felini, nè tantomeno abbiamo precedenti che indichino la possibilità che cani e gatti siano a loro volta fonte di contagio per l’uomo. Certamente il caso va confermato e approfondito. Prima di allora è prematuro arrivare a conclusioni definitive. Tre sono i casi da verificare: il coronavirus è passato dall’uomo all’animale domestico; la seconda ipotesi è che ha semplicemente aderito alla mucosa nasale del cane dopo un contatto ravvicinato con il suo padrone infetto senza però contagiarlo; oppure che siamo di fronte a un caso di cosiddetta “infezione a vicolo cieco”: il coronavirus ha davvero contagiato e il cane ma non riesce a “uscire””.
E’ sulla seconda ipotesi, però, che il professore punta, ovvero che il virus abbia aderito solo alla mucosa nasale: “E’ la più probabile, anche perché in caso contrario è strano che in Cina, dove ci sono numerosi animali, non si siano accorti prima di questa possibilità. Di certo c’e’ che non è mai successo prima che all’interno di una stessa catena di trasmissione di un coronavirus ci fossero contemporaneamente gli esseri umani e gli animali domestici. I coronavirus sono molto specifici: o si adattano all’uomo o al cane, non abbiamo precedenti di altro tipo e questo perché se un virus si adatta all’uomo non trova poi nel cane o nel gatto i recettori giusti e un organismo idoneo alla sua replicazione”. Diverso, sottolinea infine Maga, è il caso di animali non domestici: “Da pipistrello a uomo, come ad esempio è probabile sia avvenuto con questo nuovo coronavirus, il passaggio c’è stato e lo stesso si può dire in altre occasioni dai suini, dai cavalli e dai dromedari”.
Stessa conferma arriva dalla  Federazione nazionale ordini veterinari raggiunta dall’Adnkronos: “Se confermato, il ritrovamento di tracce di virus in un tampone effettuato su cavità nasali e orali di un cane convivente con il proprietario infetto da Coronavirus non significa assolutamente nulla in termini di diagnostica virologica. Non vi è nessuna evidenza scientifica di un trasferimento dell’infezione da uomo a cane, men che meno da cane a uomo – spiegano – La presenza di tracce di virus nell’animale potrebbe essere del tutto casuale e dovuta al suo semplice contatto con il proprietario”.