Casaloldo, piantati due alberi nel Giardino dei Giusti per ricordare Gino Bartali e don Angelo Aroldi

CASALOLDO – Una cerimonia toccante e molto partecipata è quella che oggi si è tenuta a Casaloldo in occasione della quarta edizione della Giornata dei Giusti durante la quale si celebra l’esempio dei Giusti del passato e del presente per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà.
Presso il Giardino dei Giusti di via Calvino sono stati piantumati due alberi; il primo in ricordo di Gino Bartali, il grande campione di ciclismo che si distinse per la sua azione di salvataggio di numerosi ebrei durante la Shoah, mentre il secondo è stato dedicato a don Angelo Aroldi, il parroco di Casaloldo che, negli anni 70, promosse la nascita dell’Avis comunale e dell’Oratorio parrocchiale.
Nel pomeriggio poi, presso l’Oratorio dedicato proprio a don Angelo, quest’ultimo e Bartali sono stati ricordati durante una conferenza pubblica, a cui hanno preso parte il sindaco Emma Raschi, lo storico Gian Agazzi, promotore dell’idea del Giardino dei Giusti nonchè della cerimonia (oggi con fascia azzurra con righe bianche quale presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci); Anna Maria Samuelli, responsabile della sezione didattica di Gariwo, acronimo di Garden of the righteous Worldwide; Gioia Bartali nipote di Gino; il giornalista e scrittore sportivo Marco Pastonesi; il console Onorario della Repubblica Armena in Italia Pietro Kuciukian; Vito Fiorini, ‘Giusto tra i Giusti’; il parroco don Alberto Buali e le nipoti di don Aroldi.
E’ stata questa l’occasione per Gioia Bartali di parlare di quel nonno “il migliore che si potesse avere” come uomo, un eroe silenzioso “che non aveva mai raccontato a nessuno, nemmeno ai familiari, delle sue coraggiose azioni durante la Resistenza, poi venute alla luce a seguito di diverse testimonianze raccolte dopo la sua morte. “Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie si attaccano all’anima e non al bavero della giacca” così soleva dire nonno Gino, esempio di umiltà e coerenza durante tutta la sua vita e riconosciuto nel 2013 come “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme. Bartali infatti, tra il 1943 e il ’44, fingendo di allenarsi, trasportò nella canna della sua bicicletta documenti falsi destinati agli ebrei, percorrendo migliaia di chilometri tra Firenze e Assisi. Nascose inoltre per quasi un anno in una cantina di sua proprietà una famiglia ebrea proveniente da Fiume salvandola così dai nazisti.
Pastonesi ha parlato invece di Bartali come ciclista e ha raccontato diversi aneddoti. Tra questi quello con cui ha raccontato di “Ginettaccio”, che da devoto cattolico qual’era rifiutava di salire sulla bicicletta la domenica mattina se prima non era andato a messa, e pretendeva che anche tutti i suoi gregari facessero lo stesso, o della rivalità con Coppi in quell’epopea del ciclismo romantico e avventuroso.
E’ stato invece don Alberto a raccontare la personalità di don Angelo, quel sacerdote che ha retto la parrocchia per oltre vent’anni e che tanto si è prodigato per la crescita di Casaloldo e della sua comunità. Un emblema di impegno e generosità per il territorio impossibile da dimenticare.

Nelle foto alcuni momenti della cerimonia di piantumazione al Giardino dei Giusti e poi della conferenza pubblica in oratorio 

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