CASTEL GOFFREDO – La modifica di un verso di un canto natalizio all’interno di una scuola elementare di Castel Goffredo accende un caso politico che arriva fino ai vertici regionali della Lega. La vicenda riguarda la canzone dello Zecchino d’Oro “Buon Natale in allegria”, che le classi quinte delle primarie dell’Istituto Comprensivo locale interpreteranno durante il concerto del 12 dicembre. Secondo quanto riportato dall’ex assessore comunale Giulia Merlo, il verso originale “Su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù” sarebbe stato sostituito con “Su brindiamo, festeggiamo, fallo insieme a chi vuoi tu”. Le maestre si sarebbero inoltre soffermate sulla scelta, spiegando ai bambini di aver tolto il riferimento a Gesù “per non offendere nessuno”.
Una scelta che ha scatenato la reazione del Carroccio, che parla di “deriva ideologica” e di “censura del Natale”. In una nota congiunta, Alessandra Cappellari, consigliere regionale della Lega Lombardia, e Silvia Sardone, vicesegretario del partito, denunciano: “Ormai siamo di fronte a un’epidemia, folle, di censura del Natale in tutta Italia. Si moltiplicano episodi allucinanti e preoccupanti di canti di Natale modificati nelle scuole togliendo qualsiasi riferimento a Gesù e in generale alla cristianità”.
Per il partito, il caso mantovano sarebbe l’ennesima conferma di una tendenza che mira a eliminare riferimenti religiosi anche da contesti tradizionali e storicamente consolidati. “Riteniamo pazzesco che vengano modificati i canti di Natale senza alcuna motivazione logica, inseguendo un politicamente corretto che calpesta le nostre radici e le nostre tradizioni. Citare Gesù in un canto per bambini non offende nessuno”, prosegue la nota. Cappellari e Sardone contestano inoltre la “finta inclusione” che, sostengono, finirebbe per cancellare elementi centrali dell’identità culturale nazionale. “Non è stravolgendo le nostre tradizioni che si arriva a una reale integrazione. Noi della Lega riteniamo che questa deriva ideologica sia assolutamente assurda e che invece, con orgoglio, dovremmo difendere le nostre tradizioni”.
















