CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – Un momento di profonda emozione e riconoscimento ha segnato la giornata di venerdì 17 ottobre scorso presso l’Istituto Superiore Francesco Gonzaga, dove la biblioteca scolastica è stata ufficialmente intitolata a Massimo Marocchi, intellettuale, storico e dirigente scolastico scomparso nel 2024.
Un luogo di studio che porta il suo nome
La cerimonia si è svolta nella sede di via Fratelli Lodrini, alla presenza di oltre cinquanta ex docenti, tra cui i già dirigenti Sergio Rebecchi e Fabrizio Quadrani, insieme a studenti, ex studenti, membri del corpo docente attuale e alla dirigente scolastica Leontina Veliana Di Claudio, che ha aperto l’incontro con un sentito saluto. Di Claudio ha ripercorso le tappe che hanno portato alla nascita della biblioteca e alla decisione di dedicarla a Marocchi, figura centrale nella storia dell’istituto e della cultura locale.
Un’eredità viva nella formazione
Durante l’evento, due studenti universitari hanno condiviso il valore che gli studi di Marocchi hanno avuto nella loro formazione accademica, sottolineando l’importanza del suo approccio metodologico e della sua attenzione alle fonti storiche. È intervenuta anche la docente Elisa Cherubini, attualmente responsabile della biblioteca, che ha illustrato il lavoro svolto in sinergia con la collega Alberta Trivini Bellini per valorizzare questo spazio come centro di ricerca e crescita culturale.
Il ricordo di chi lo ha conosciuto T
Tra gli interventi più toccanti, quello di Bruno Cavallarin, ex docente e promotore dell’intitolazione, che ha ricordato: “Marocchi è un esempio di metodo, di studio e di valorizzazione delle fonti e degli archivi. Dedicare la biblioteca a lui significa ricordare a chiunque entrerà in questi spazi che qui si studia, si fa ricerca e lo si fa con metodo.”
Il saluto della moglie, professoressa Franca Martinetti
A chiudere la cerimonia, prima della scopertura della targa commemorativa posta all’ingresso della biblioteca, è stata la moglie di Marocchi, la professoressa Franca Martinetti, anche lei ex docente del Gonzaga. Nel suo intervento, ha tracciato un ritratto intimo e appassionato del marito: “Massimo è stato prima un appassionato e poi un ricercatore di storia. Il suo amore per archivi, documenti e fatti, oltre che per il suo territorio, è stato decisivo per il suo lavoro. I giovani — sia come docente, poi come dirigente e come studioso — sono stati centrali nella sua vita.”