MANTOVA – I Consorzi di bonifica erano pronti a stoppare l’erogazione dell’acqua per una settimana: un segnale politico era quello che volevano dare nei confronti sia di chi ipotizza di far arrivare l’acqua dal Garda direttamente in Po, sia verso la Comunità del Garda per dimostrare che a Mantova si sta facendo davvero tutto quanto possibile per salvaguardare il livello del lago.
Ma l’ipotesi avanzata dai presidenti del Consorzio “Territori del Mincio” Elide Stancari, “Garda Chiese” Gianluigi Zani e del Consorzio di secondo livello “Mincio” Massimo Lorenzi è stata bocciata oggi pomeriggio dalle organizzazioni degli agricoltori. Si continuerà dunque ad erogare l’acqua nei canali di bonifica nel territorio che deriva dal Garda il quale oggi è a un livello di 82 centimetri a fronte di una derivazione a Salionze di 70 metri cubi di acqua al secondo contro gli 88 che servirebbero. Una differenza che è un chiaro segnale della volontà dei Consorzi di risparmiare acqua il più possibile.
Tra le tre organizzazioni agricola Coldiretti, Confagricoltura e Cia, che si sono confrontate con in Consorzi, la prima era per rinviare la decisione dello stop all’irrigazione per 5-7 giorni ma da Confagricoltura è arrivato invece un no deciso.
Si va avanti dunque con l’irrigazione ma la situazione è gravissima, “mai stata così grave – spiega la presidente Stancari – e quindi non si può pensare di far finta di niente. Oggi possiamo ipotizzare di avere acqua sino a fine luglio, nella situazione migliore al massimo a metà agosto. Questo significa che dovremmo riuscire a completare i raccolti di mais ma non ce la faremo con le risaie, che siamo riusciti fortunatamente ad allagare, e con i prati stabili che hanno bisogno di acqua sino alla fine di settembre”.
Cosa si potrà fare dunque? “Al momento stiamo pensando di turnare i canali, un giorno quindi daremo acqua ad alcuni e un altro giorno ad altri, un provvedimento che avevamo già preso nel 2017 quando la situazione era si grave ma non però come oggi. Bisognerà dunque vedere come evolverà il quadro” prosegue Stancari la quale spiega anche che l’ipotesi di mandare l’acqua del Garda dritta nel Po attraverso il Mincio, bypassando i canali di bonifica mantovani, “non darebbe alcun sollievo ai campi del basso mantovano perchè in questa zona si preleva in Po a monte rispetto a dove il Mincio si butta nel fiume. Dunque sarebbe un’operazone che servirebbe solo ai territori emiliani i quali hanno la possibilità di derivare per tutti i 12 mesi mentre i Consorzi mantovani che derivano dal Garda lo possono fare dal 1° aprile al 30 settembre”.
Per farla semplice si potrebbe dire che gli emiliani nella partita dell’acqua possono essere visti un po’ come le cicale della situazione e i mantovani come le formiche ma adesso c’è chi dall’alto ha abbozzato l’idea di aiutare le cicale ai danni delle formiche. Sarebbe davvero una beffa. Intanto il tavolo tra Consorzi e Organizzazioni agricole tornerà a riunirsi tra un paio di settimane, con la speranza che nel frattempo Giove pluvio dia qualche segnale che al momento sembra però ben lungi dall’arrivare.