MANTOVA – È allarme decisamente rosso per i cerealicoltori mantovani, che si trovano stretti in una morsa composta da costi di produzione ancora in rialzo e quotazioni di vendita delle materie prima crollate rispetto ad un anno fa.
Il motivo è legato all’enorme aumento di esportazioni di prodotto dall’Ucraina, nell’ambito delle agevolazioni concesse dall’Europa subito dopo lo scoppio delle ostilità con la Russia: “Il provvedimento – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – ha contribuito ad aiutare il popolo ucraino, ma al contempo sta mettendo in seria difficoltà i nostri produttori. Non possiamo pensare che siano solo loro a pagare per questa situazione”.
Il progetto legislativo Ue infatti prevede un “freno di emergenza” per zucchero, uova e pollame, e non per cereali e semi oleosi.
Qualche dato
I dati, raccolti dall’ufficio stampa di via Fancelli, chiariscono ancora meglio la situazione. Secondo l’ultimo bollettino della Borsa Merci di Mantova (datato 7 marzo), il mais è quotato 196 €/t, il grano tenero fino 210 €/t, il grano duro fino 327 €/t e la soia 432 €/t. Un anno fa (bollettino del 9 marzo 2023) la situazione era radicalmente diversa, con gli stessi prodotti quotati rispettivamente 299 €/t, 297 €/t, 399 €/t e 547 €/t. La perdita di valore dunque è decisamente preoccupante, con il mais a -35%, il grano tenero a -30%, il grano duro a -18% e la soia a -21% (quest’ultima trascinata in basso dal crollo delle quotazioni dei semi di girasole).
Confagricoltura Mantova ha realizzato anche una proiezione relativa alla perdita netta annuale di un’azienda cerealicola di medie dimensioni, con 30 ettari complessivi, dei quali 10 coltivati a grano tenero, 10 a mais e 10 a soia. Ipotizzando una resa ad ettaro di 60 q per il grano tenero, 120 q per il mais e 45 q per la soia, il mancato guadagno sarebbe rispettivamente pari a 5.220 euro, 12.360 euro e 5.175 euro. Un totale dunque di quasi 23.000 euro di perdita netta annuale (oltre 30.000 euro in caso di superficie sui 40 ettari).
“I numeri non mentono – prosegue Cortesi – e ci raccontano dell’estrema sofferenza del settore. Come Confagricoltura Mantova chiediamo due cose: in primis che venga rafforzata la protezione dei prodotti agricoli ottenuti nell’Unione Europea, e in secondo luogo che venga istituito quanto prima un fondo emergenziale comunitario per sostanziosi interventi di sostegno nei confronti dei nostri cerealicoltori, che stanno pagando uno scotto altissimo e non certo dipendente da loro. Ricordiamo infatti che, rispetto al 2023, i costi di produzione si sono alzati in media di un ulteriore 15%, il tutto in un regime di aiuti Pac estremamente ridotti. Situazione, questa, che la sola Confagricoltura aveva sin dall’inizio denunciato”.