MANTOVA – “Siamo sconcertati da quanto sta accadendo nelle RSA del nostro territorio; è un situazione sempre più drammatica, oltre l’immaginabile.” Così si sono espresse le segreterie generali dei sindacati mantovani di Cgil, Cisl e Uil all’indomani dell’intervento già durissimo sul tema delle categorie dei pensionati.
Con un comunicato unitario Donata Negrini, della Cgil, Dino Perboni Cisl Asse del Po e Paolo Soncini, Uil Cr-Mn dichiarano: “E’ del tutto evidente che le RSA sono state colpite in questa seconda ondata ancor di più della prima. Quello che ci sconcerta è che si dovrebbe dichiarare lo stato d’emergenza sanitario nelle RSA mentre registriamo un silenzio assordante. Stiamo assistendo ad un continuo stillicidio dei nostri anziani, a un crescendo di contagi e infortuni da covid degli operatori sanitari e socio-sanitari delle RSA, e in pochi stanno denunciando questa diffusione del virus” spiegano i sindacati
“Nella scorsa primavera avevamo avuto rassicurazioni, in un incontro in Prefettura, dall’AST, dall’ASST e dai gestori delle RSA che le stesse RSA avevano attivato tutti i protocolli e che quanto accaduto a marzo non si sarebbe più ripetuto. Invece, adesso la situazione è peggiore, e siamo solo a novembre; non possiamo accettare supinamente che non si stia facendo quanto dichiarato pochi mesi fa e che si debba ricorrere ai medici militari per gestire le situazioni, come a Quistello, del tutto fuori controllo. Dobbiamo impedire che l’epidemia azzeri la generazione degli anziani nelle RSA e ammali tutte le lavoratrici e lavoratori nella strutture; non si è ancora realizzata un’azione coordinata di pronto intervento davvero efficace”. continuano i sindacalisti
“Chiediamo con urgenza che si attivi una cabina di regia presso la Prefettura con ATS, ASST e gestori delle RSA per trovare la soluzione a quest’emergenza in tempi rapidissimi, attraverso modelli organizzativi e protocolli sanitari appropriati ad una situazione drammatica. Inoltre, non è più sopportabile l’assenza dei vaccini antinfluenzali per gli anziani, gli operatori e per tutta la popolazione”.