MANTOVA – “ChatGPT cosa mangio?” una domanda che tra breve potrebbe diventare una prassi, dove l’intelligenza artificiale ci risponderà in base ad una serie di criteri. Ma ci possiamo fidare? A questa domanda hanno cercato di dare risposta due esperti biotecnologi durante un’appuntamento del Food&Science Festival.
“La relazione tra intelligenza artificiale e cibo – spiega Ugo Ala, professore universitario – è quella di capire quale può essere la nostra confidenza nell’usare questi strumenti. Quanto ci possiamo fidare delle risposte che ci danno? Tra esempi pratici e risposte della letteratura scientifica in questo incontro cerchiamo di spiegare quanto questa informazioni possano essere corrette e quanto poi le stesse persone possono essere influenzate dalle risposte che ricevono”.
IA, più opportunità o rischio? “Entrambi, l’opportunità sicuramente è quella di trovare strategie diverse per dare un supporto anche alla ricerca in questo ambito di innovazione, il rischio è quello di dare in mano uno strumento molto potente a chi non ha le competenze per poterlo gestire nel modo corretto – commenta Christian Damasco, insegnante – in entrambi i casi, quindi croce e delizia per le future prospettive”.
Ma c’è il rischio, come con internet, che le persone si facciano le diete da sole e si facciano dire cosa mangiare o cosa no in base a quello che trova in rete? ” Un 2.0 di quello che potrebbe essere un aspetto di questo tipo, con la possibilità di dare più spazio alla libera interpretazione, se internet offre qualcosa di statico, in questo caso le risposte sono dinamiche e possono cambiare di giorno in giorno a secondo delle nuove conoscenze” – conclude Damasco.