Coldiretti: troppo caldo, cala la produzione del latte. Nelle stalle ventilatori e doccette

MANTOVA –  Oltre agli uomini a soffrire il caldo sono anche gli animali. Con le alte temperature di questi giorni per lo stress le mucche mangiano meno, bevono molto e producono meno latte, fino al 10-15% rispetto ai periodi “normali”, con temperature cioè più miti, che non superano i 22-24 gradi. Lo rileva Coldiretti Lombardia, in base a un monitoraggio sul territorio sugli effetti dell’innalzamento della colonnina di mercurio, con le previsioni di Arpa che per la giornata di oggi, lunedì 28 giugno, sottolineano il rischio di disagio da calore moderato o forte sulla pianura e nei fondivalle più bassi.

Le testimonianze degli allevatori
“Stimiamo che la diminuzione delle produzioni lattiere si aggiri intorno al 10%, con punte del 15% per le temperature elevate”, dichiara il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra, allevatore proprio di bovine da latte nell’area del Parmigiano Reggiano.
“Nelle stalle sono già stati attivate le soluzioni tecnologiche per ridurre al minimo  l’impatto del caldo, con acqua fresca nelle abbeverate, ventilatori, doccette refrigeranti e teloni esterni alla stalla per assicurare un’ampia ombreggiatura”, prosegue Carra.
Per Gabriele Gorni Silvestrini, allevatore con una stalla situata nel comprensorio del Grana Padano, “il calo che alcune realtà stanno registrando è intorno al 10%”.
Fondamentale, dunque, “predisporre tutti gli accorgimenti per affrontare al meglio le ondate di calore, così da contenere le riduzioni, che in presenza appunto di tecnologie efficienti rallentano o posticipano la caduta produttiva di qualche settimana, con una flessione del 3-4% anziché il 15 per cento”, afferma Fabio Mantovani, allevatore di Goito e vicepresidente di Coldiretti Mantova. Il benessere animale resta un elemento di forte attenzione da parte degli operatori, in un sistema produttivo che privilegia l’innovazione ed è particolarmente attento allo stato di salute degli animali.
La fase più calda del meteo deve ancora arrivare, tanto che Simone Minelli, produttore di Motteggiana (zona Parmigiano Reggiano), “con l’innalzamento previsto per i prossimi giorni, nonostante ventilatori e sistemi anti-afa in funzione, potremmo registrare una diminuzione ulteriore delle produzioni di latte, fino anche al 20% rispetto ai periodi più produttivi”.

In base ai dati elaborati da Clal.it, nel 2020 la produzione di latte dell’intera provincia di Mantova ha toccato 1.047.478 tonnellate, il 5,49% in più rispetto all’anno precedente. Sul piano delle quantità – rileva Coldiretti Mantova – è la terza provincia in Italia alle spalle di Brescia (1.558.354 tonnellate) e di Cremona (1.414.369 tonnellate), ma è l’unica provincia italiana a produrre le due grandi Dop casearie a pasta dura: Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Al calo delle produzioni di latte – continua Coldiretti – si aggiunge un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.