Confcommercio: Pasqua da profondo rosso in Lombardia

MANTOVA – Un calo medio dell’80% per i pubblici esercizi (bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie), del 70% per il commercio al dettaglio e l’ambulantato – settori in cui “resiste” solo il comparto alimentare – tra il 90% e il 100% per il comparto ricettivo, con un tasso di occupazione delle camere vicino allo zero: è la fotografia della seconda Pasqua consecutiva in lockdown scattata da Confcommercio Lombardia e Mantova conferma i dati con un crollo verticale rispetto al 2019.
“E se chiusure e limitazioni dell’analoga festività del 2020 avevano assestato un duro colpo alle imprese del terziario di mercato e del turismo, quelle di quest’anno rischiano di spingere sul baratro centinaia  di aziende mantovane” dice una nota dell’organizzazione di categoria.
“La zona rossa scattata a metà marzo, che nella migliore delle ipotesi proseguirà fino all’11 aprile per lasciar spazio, bene che vada, all’arancione – commenta il presidente di Confcommercio Mantova Ercole Montanari – presenterà un conto di centinaia di milioni di mancate entrate per il sistema Mantova. Soltanto nei giorni di Pasqua, con ristoranti e bar chiusi e zero clienti negli alberghi, si perderanno cifre enormi rispetto al 2019. Se guardiamo ai dati lombardi, complessivamente un mese di chiusure, da metà marzo a metà aprile, costerà 2 miliardi e 458 milioni, nei giorni di Pasqua le perdite si attestano a 470 milioni di euro rispetto al 2019”.

“Una catastrofe economica – la definisce il direttore di Confcommercio Mantova Nicola Dal Dosso – che non è assolutamente compensata da ristori ancora tardivi e insufficienti, che bastano a malapena a coprire poche spese fisse e dai criteri di accesso troppo restrittivi. Non è pensabile che le imprese possano sopportare ancora a lungo questa situazione di gravissimo danno economico e profonda incertezza”.
“Le nostre imprese, come evidenziamo nella campagna di sensibilizzazione lanciata lunedì – riprende Montanari – vogliono lavorare. Se la prossima settimana i numeri del contagio, come auspichiamo, saranno in calo, chiediamo si proceda con le opportune valutazioni e si consentano in sicurezza le riaperture al più presto, senza attendere sino a maggio: siamo al bis del 2020 e questa volta l’epilogo rischia di essere tragico per l’intero tessuto economico e sociale, con chiusure e perdite di posti di lavoro irrimediabili”.