MANTOVA – “Sono 12 i miliardi di euro stanziati per le piccole imprese, ma poco è stato fatto per le attività turistiche, nulla per gli ambulanti. Più burocrazia sul lavoro, doccia fredda CIGD: si complica invece di semplificare“. E’ questo il commento del direttore mantovano di Confesercenti Davide Cornacchia, ad una prima lettura del DL Rilancio.
Continua l’analisi dell’associazione di via Cremona: “E’ chiaro che il Dl Rilancio segna un deciso passo in avanti nelle risorse e nel numero degli interventi a sostegno delle imprese. Tuttavia non è sfuggito che nonostante le tante misure, in alcuni casi a pioggia, il settore turistico ed il commercio ambulante rimangono ancora senza adeguate risposte.”
Inoltre Confesercenti fa notare che nonostante le rassicurazioni dell’INAIL “Resta la responsabilità civile e penale del datore di lavoro, anche se a posto con gli adempimenti di sicurezza: una stortura che deve essere corretta subito. È assolutamente necessario predisporre, già in fase di conversione, una norma chiara e definitiva che metta al sicuro le imprese che rispettano le regole”.
“Una valutazione della manovra ora si può fare in base all’entità delle risorse mobilitate a favore delle imprese di minori dimensioni: sono circa 12 miliardi di euro, poco meno di un quarto del totale. Eppure sono quelle che sono state costrette al più lungo lockdown; gli interventi richiesti da Confesercenti presenti vanno dagli indennizzi a fondo perduto alle misure di sostegno per gli affitti, per la sanificazione e per i pubblici esercizi, sono spesso misure a pioggia, mentre avremmo preferito un approccio più mirato. Ad esempio è il caso degli affitti: il plafond di 1,3 miliardi di euro per il credito di imposta potrebbe infatti essere insufficiente per la platea potenziale”.
Forte perplessità anche sul fronte turismo: “Il settore ha sofferto prima di tutti l’impatto del coronavirus e presumibilmente gli effetti saranno sul lungo periodo, e a parte i 2 miliardi di euro previsti per il bonus vacanza, per le imprese ricettive, le agenzie di viaggi e gli altri operatori della filiera ci sono decisamente poche centinaia di milioni. E pensare al giro di affari che genera questo settore sul PIL la cosa lascia molto perplessi. Altra categoria lasciata al palo è quella delle imprese del commercio ambulante, che non si vedono annullare tasse e canoni di occupazione suolo pubblico, neppure in caso di fermo dell’attività. Un giudizio negativo si deve registrare nella fase della semplificazione perché abbiamo una crescita della complessità burocratica delle norme sul lavoro. Il blocco dei licenziamenti tutela i lavoratori? Ma è impensabile che sia esteso anche a chi sta cessando l’attività”.
“L’iter autorizzativo delle istanze per ottenere le prestazioni del Fis si complica notevolmente rispetto alla Legge di Conversione del CuraItalia – conclude Cornacchia -, mentre le nuove procedure per la Cassa integrazione guadagni in deroga sono una vera doccia fredda: l’obiettivo è sicuramente apprezzabile – velocizzare per l’arrivo del trattamento di integrazione salariale ai lavoratori, ma così si rischia di creare ulteriori complessità in fase di domande al datore di lavoro. Poco chiaro anche il meccanismo sulla riduzione dell’orario di lavoro a retribuzione invariata”.