Conte domani da Mattarella. Il Pd: “Niente numeri, dimissioni lampo per nuovo governo”. Berlusconi: “Unità nazionale o urne”

L’esperienza del secondo governo Conte potrebbe essere giunta al capolinea. Il premier andrà domani al Colle per discutere della crisi del proprio esecutivo col Capo dello Stato Sergio Mattarella. Saranno dimissioni-lampo al fine di varare un nuovo governo, il Conte-ter. Questa svolta sarebbe stato caldeggiata soprattutto dal Partito Democratico: senza numeri certi in Senato, la relazione del ministro della Giustizia Bonafede sarebbe stata a fortissimo rischio bocciatura.

L’Udc non farà da stampella al governo, secondo quanto trapela dopo la riunione svoltasi stamattina. “I tre senatori dello Scudo crociato – si legge in una nota – hanno votato all’unanimità NO alla fiducia del Governo e voteranno, in maniera compatta, NO alla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede”. “Nessuna trattativa è in corso, nè ovviamente da parte mia, nè di alcuno dei miei collaboratori – afferma il leader di Forza Italia Berlusconi -, nè di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica”.  “La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”.

I 5 stelle, ovviamente, difendono Conte. “Il M5S è convintamente al fianco del presidente Conte – dice un comunicato dei pentastellati – in questo momento estremamente difficile per il Paese. Siamo la colonna portante di questa legislatura: come sempre ci assumeremo le nostre responsabilità, avendo come riferimento il bene dei cittadini, e ci faremo garanti dei passaggi delicati che attendono la nostra Repubblica”.

“Rischio elezioni anticipate? Il Pd non ha mai puntato alle elezioni anticipate, non vuole le elezioni anticipate, ci siamo spesi per evitare le elezioni, garantendo una buona qualità di governo. Abbiamo avuto responsabilità sulla battaglia dei contenuti – dice il leader del Pd Nicola Zingaretti. – Noi dobbiamo uscire da questa situazione, è stata l’apertura della crisi dopo le dimissioni dei ministri di IV che ha portato al rischio di elezioni anticipate, cosa che si deve scongiurare con un governo autorevole, con una base parlamentare ampia e un nuovo patto di legislatura, per affrontare il Covid, la campagna vaccinale, che chiuda il Recovery Fund e apra la stagione degli investimenti e affronti le riforme indispensabile per il paese”. Zingaretti ha ricordato che “l’annuncio delle dimissioni delle ministre di Italia Viva ci ha fatto precipitare in questa crisi. Io vado avanti per trovare soluzioni, non per creare problemi”.

Chiede le urne il leader della Lega Matteo Salvini:“Conte si dimetterà? Avrebbe già dovuto farlo, non ha i numeri” e quindi “spero che gli italiani tornino ad avere un governo serio e stabile il prima possibile. L’Italia non può rimanere immobile in attesa della compravendita di senatori in cambio di non si sa che cosa”. Così Matteo Salvini, leader della Lega, al termine dell’udienza in tribunale a Torino, nel processo che lo vede imputato di vilipendio all’autorità giudiziaria nel corso di un congresso svoltosi a Collegno nel febbraio 2016.
“Mi aspetto che prevalgano il buonsenso e l’amore per il Paese – ha proseguito, riferendosi ancora al governo – in queste settimane lo spettacolo Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti, Tabacci, Mastella, è stato squallido. Ci sono aziende in crisi e lavoratori in difficoltà, quindi mi auguro che se non hanno i numeri per governare si facciano da parte”.

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