MANTOVA -Il panico e l’allarme sociale, conseguenti all’allerta sanitaria per la diffusione del corona virus, stanno producendo pesanti effetti anche sull’agricoltura multifunzionale mantovana.
Da giorni, gli agriturismi mantovani stanno registrando numerose disdette. Questo riguarda sia gli agriturismi con ristoro che quelli con alloggio. In particolare, suscitano forti preoccupazioni le disdette dei turisti stranieri a partire dalle prossime festività di Pasqua (60%) ed il divieto di svolgere attività ricreative e culturali all’interno degli agriturismi. “L’agriturismo mantovano conta 238 strutture, 1.086 camere, per complessivi 2481 posti letto, e la rete delle 20 fattorie didattiche mantovane ospita ogni anno 30.000 bambini. E’ una delle realtà agrituristiche più importanti d’Italia. Per tentare di recuperare il danno d’immagine sui mercati esteri, sui social e nei confronti dei tour operator, servono campagne per rassicurare sulla sicurezza dell’ospitalità rurale, sulle capacità rigeneranti del cibo contadino e sulle risorse culturali del paesaggio di campagna. Oltre a ciò, è urgente che siano previste misure fiscali di compensazione e una riduzione dei tributi locali, a cominciare dalla Tari – spiegano dal Consorzio agrituristico mantovano – La parziale chiusura dei mercati contadini, se da una parte ha alimentato lo sviluppo degli acquisti in campagna, di nuove forme di vendita diretta, delle consegne a domicilio e dell’ utilizzo di piattaforme di ritiro del prodotto, come la dispensa contadina del Consorzio agrituristico mantovano, dall’altra ha mobilitato un vasto movimento d’opinione per la loro riapertura. Essi, infatti, non sono sagre o manifestazioni temporanee, offrono un servizio di continuità e d’interesse pubblico, in spazi aperti, ponendo in vendita solo prodotti di prima necessità. Svolgono una funzione alternativa, importante, all’affollamento dei supermercati e al maggior pericolo di contagio».
Sono 150 le aziende agricole mantovane che formano la rete dei mercati contadini gestiti dal Consorzio agrituristico mantovano. Si tratta di aziende con allevamenti e coltivazioni rivolte, soprattutto, alla vendita diretta. Inoltre, si troverebbero in estrema difficoltà senza questa opportunità economica, perché non saprebbero dove collocare i loro raccolti, spesso deperibili, e non potrebbero contare su risorse indispensabili per far fronte agli oneri assunti per attrezzare la loro attività.
“Con le sospensioni di questi giorni, stanno emergendo pesanti problemi di liquidità, crescenti difficoltà a far fronte ai mutui e agli oneri tributari, e riduzioni del personale addetto alle vendite e ai lavori agricoli – proseguono -. C’è bisogno, quindi, di una immediata adesione ai provvedimenti emanati dalla Regione Lombardia che prevedono l’apertura dei mercati alle sole aziende con generi alimentari. Dopo le nuove disposizioni sulle attività sportive e sull’apertura dei bar dopo le 18, è urgente rimuovere anche le difficoltà burocratiche che si frappongono all’applicazione delle direttive regionali e al ripristino dei mercati contadini. La disparità di trattamento tra inquadramento delle strutture della distribuzione commerciale e mercati contadini non è più sostenibile, così come le difformità delle posizioni assunte dai diversi enti locali in Lombardia. Se i mercati contadini sono aperti a Milano, Bergamo, Cremona, Brescia non questo non è possibile nel mantovano? Per questo valutiamo positivamente la riapertura in queste ore del mercato contadino di Ostiglia che si tiene il sabato mattina in piazza Garibaldi».